BRUCIA L’AMAZZONIA | Dopo la Siberia siamo costretti a parlarvi di un altro disastro ambientale, questa volta in atto dall’altra parte del mondo, precisamente in sud America.
In Brasile sorge il più grande polmone verde del pianeta: la foresta amazzonica, capace di ospitare ben 3 milioni di specie animali e vegetali, generare il 20% dell’ossigeno mondiale e assorbire 2 miliardi di tonnellate di anidride carbonica all’anno. Purtroppo, ci duole dirlo, l’Amazzonia sta bruciando lungo una fascia che si estende per tutto l’entroterra brasiliano, dal confine col Paraguay sin verso il Perù, passando dalla Bolivia.
PESANTI INCENDI IN ATTO | Proprio la fascia tra Brasile e Bolivia sta osservando gli incendi più estesi e al momento difficilmente domabili. Quasi tutti i roghi che hanno innescato questi incendi hanno origine dolosa, ovvero sono stati provocati dall’uomo per far spazio a coltivazioni e allevamenti. Purtroppo molti di questi roghi, accesi da agricoltori, si sono rilevati molto dannosi per la foresta amazzonica, probabilmente a causa dei venti sostenuti che hanno alimentato con gran facilità le fiamme.
Secondo l’INPE, l’istituto nazionale per la ricerca spaziale brasiliano, quest’anno gli incendi sono aumentati dell’84% rispetto all’anno scorso, mentre l’incremento è del 100% rispetto al 2013. Da gennaio sono stati appiccati ben 74000 incendi in tutto il Brasile, di cui 9500 negli ultimi giorni.
Il fumo generato dagli incendi, ben visibile anche dal satellite, ha ricoperto i cieli del Brasile sin verso San Paolo, a quasi 3000 km di distanza dai roghi.
A cura di Raffaele Laricchia