Il 9 Ottobre del 1963 un’enorme frana proveniente dal monte Toc precipitò violentemente nel bacinodi raccolta della diga del Vajont generando un altrettanto enorme onda che scavalcò facilmente la diga e precipitò velocemente a valle generando morte e distruzione.
L’onda, nel suo percorso, distrusse completamente il paese di Longarone provocando la morte di circa 2.000 persone per poi continuare il suo percorso nella valle del Piave. Attualmente, nonostante la diga abbia retto egregiamente, la struttura non è più utilizzata per la produzione di energia elettrica, i monti circostanti al bacino di raccolta sono attualmente considerati geologicamente troppo instabili.
Disastro del Vajont: dettagli e curiosità
Lo sbarramento della diga del Vajont è alto 261,60 m, all’epoca della sua costruzione era considerata la diga più alta al mondo, attualmente è la settima diga più alta del mondo (la quinta ad arco). La diga, progettata dall’ingegnere Carlo Semenza, resse all’impatto e alle sollecitazioni che furono quasi 10 volte superiori a quelle prevedibili durante il normale esercizio, dimostrazione quindi dell’eccellente professionalità di chi ha progettato ed eseguito l’opera della diga, e realizzazione a regola d’arte da parte dell’impresa costruttrice.
Tuttavia, l’onda causò diversi danni nella parte sommitale della struttura, ma si tratta di danni poco considerevoli considerando la distruzione avvenuta a valle e l’elevato numero di vittime. Negli ultimi anni è avvenuta una ripresa di interesse verso la diga e la tragedia del Vajont e numerose sono le visite guidate per osservare aspetti scientifici della diga, ma anche di curiosa gente comune.