L’attività sismica negli ultimi giorni è senza dubbio aumentata rispetto a qualche settimana fa: lo dimostrano le numerose scosse registrate nel comparto centrale dell’Europa, tra Italia penisola balcanica e Mediterraneo orientale.
La scossa più significativa è quella di magnitudo 6.5 che nella notte del 26 novembre ha colpito l’Albania, dopodichè si sono susseguite altre intense scosse su punti diversi come la Bosnia Erzegovinia e Creta. La seconda più forte è proprio quella di Creta, sulla Grecia meridionale, avvenuta stamattina con magnitudo 6.0 sulla scala richter.
Nel frattempo proseguono diverse sequenze sismiche in Italia come le scosse nel Tirreno a largo del Cilento e le scosse nel Sannio (di debole o moderata entità). Insomma la terra sta tremando più volte in diversi punti del vecchio Continente, ma tra queste forti scosse c’è un legame?
“Le tre potenti scosse dislocate su Bosnia, Albania e Grecia fanno parte di un lungo sistema di faglie ubicate al contatto tra due placche continentali che si sovrappongono” – esordisce l’esperto sismologo dell’INGV, Alessandro Amato, intervistato da inmeteo.net.
” Questo sistema di faglie” – continua l’esperto – ” corre lungo la penisola balcanica (Dinaridi, Albanidi, Ellenidi) al bordo della micro-placca adriatica e prosegue nel Mediterraneo collegandosi con una zona dove è in atto un processo di subduzione che si estende sin verso Creta e anche più a est (la litosfera oceanica si inflette sotto l’arco ellenico).”
Quindi in qualche modo sono collegati gli eventi sismici? Amato prosegue: “Possiamo quindi affermare che i tre fenomeni sono legati ad un antenato lontano (le spinte geologiche in atto nel Mediterraneo) ma non sono legati da un semplice rapporto di causa-effetto (Correlazione non equivale a Causalità). Quando si confrontano zone con tassi di attività elevati, come quelle in questione, è facile trovare delle correlazioni temporali ma si tratta di sistemi di faglia diversi e distanti, il che ci porta a ritenere che non ci sia un collegamento diretto.”
Conclusioni
Quindi, riassumendo, tutte queste scosse hanno un legame antico, ovvero sono avvenute sui bordi di grosse placche tettoniche, ma non sono collegabili tra di loro: una non è causa o conseguenza dell’altra. In questo periodo c’è una maggior tensione tra le due placche principali e le singole faglie reagiscono secondo il proprio livello di tensione.
In conclusione è plausibile l’arrivo di altre scosse, soprattutto in zone dove già è in atto una crisi sismica come l’Albania, ma chiariamo che diventa impossibile prevedere l’arrivo di nuove forti scosse addirittura in alcuni punti del Mediterraneo entro poche ore o pochi giorni, come erroneamente divulgato nelle ultime ore da alcuni siti web.