L’epidemia di Coronavirus che sta interessando la Cina e in particolare la provincia dell’Hubei ha portato, come sappiamo, le autorità e la popolazione ad effettuare drastici provvedimenti volti a limitare il più possibile la diffusione della malattia.
Forti limitazioni a trasporti, auto, attività industriali, hanno arrecato e continuano ad arrecare un grave danno all’economia cinese e non solo. Secondo alcune stime, il Coronavirus costerà alla Cina almeno 60 miliardi di dollari di mancata crescita. Secondo la Oxford Economics, la crescità di Pechino rallenterà dal 6% al +5,4%. E anche quella mondiale ne subirà le conseguenze, rallentando dal 2,5% al 2,3%.
Tuttavia, non si può non considerare anche un effetto collaterale positivo: il crollo delle emissioni inquinanti che si sta verificando in Cina, proprio a causa delle contromisure suddette e di questa paralisi economica.
In particolare (come si legge sul sito it.businessinsider.com) la riduzione al 30% della normale operatività delle fabbriche e il traffico pressoché azzerato nel periodo di grandi spostamenti del Capodanno lunare hanno garantito un netto miglioramento della qualità dell’aria. E’ stato calcolato che il Coronavirus ha indirettamente comportato un taglio di emissioni di CO2 (anidride carbonica) pari a 100 milioni di tonnellate metriche, una quantità vicina a quella generata dal Cile in un anno.
Un miglioramento della qualità dell’aria di cui molti cittadini non possono beneficiare a pieno, visto le esigenze di quarantena in vaste aree del Paese e che nella provincia epicentro dell’Hubei addirittura hanno assunto il profilo del coprifuoco assoluto, salvo fugaci uscite settimanali per andare al supermarket e in farmacia.
A ulteriore conferma della fase “ecologica” della società cinese, seppur forzata, questo grafico che compara il consumo quotidiano di carbone, il combustibile fossile più inquinante per antonomasia, nella sua media storica a 10 anni (2010-2019) con quella attuale. Praticamente, nullo.
Detto questo, è chiaro che non è un’epidemia la soluzione che possa abbattere le emissioni inquinanti in un Paese. Al più, analizzare e approfondire meglio questo processo collaterale potrebbe aiutare ad avvicinarsi a quel famoso compromesso fra sviluppo economico e ambiente, che oggi, in Cina, è ancora molto lontano.
A cura di Francesco Ladisa
Ricevi le notizie di InMeteo su Facebook