Oscurata probabilmente dall’epidemia di Coronavirus, c’è una notizia molto preoccupante che merita invece grande attenzione: in Africa si sta verificando in questo periodo la peggiore invasione di cavallette registrata negli ultimi 25 anni. L’ultimo Paese è il Sud Sudan.
Nell’anno del record di caldo in Antartide a Febbraio, degli incendi che hanno devastato l’Australia, della stessa emergenza globale rappresentata dal Coronavirus, ora come una piaga biblica ecco arrivare enormi sciami di locuste in Africa.
Il fenomeno è da attribuire secondo gli esperti ai cambiamenti climatici. “ Le locuste hanno infatti bisogno di terreno umido e sabbioso per poter deporre le uova e proliferare, condizioni che si sono verificate a causa dell’anomala stagione delle piogge, che si è protratta nel tempo più del normale.
La diversa disponibilità d’acqua e l’umidità, ha permesso alle locuste – ha spiegato la responsabile della campagna agricoltura Greenpeace Federica Ferrario – di riprodursi in maniera più repentina e abbondante e di spostarsi in maniera molto veloce. Sfruttando il vento questi animali riescono a percorrere in un solo giorno anche di 150 chilometri.”
L’invasione di cavallette rappresenta una seria minaccia per l’agricoltura e quindi l’economia locale, ma anche per la stessa popolazione. Quasi quattro milioni di bambini che vivono in Kenya, Etiopia e Somalia che stanno già soffrendo la fame sono a rischio di ulteriori deprivazioni a causa dell’invasione di questi voraci insetti che sta mettendo in ginocchio il Corno d’Africa, devastando raccolti e vegetazione. Le locuste, divorano infatti tutto quello che è erbaceo, dagli steli d’erba fino alle foglie degli alberi e ovviamente le coltivazioni. Mangiano tutto quello che è commestibile per gli uomini e per il bestiame.
A causa del clima, lo scorso anno Etiopia, Kenya e Somalia hanno affrontato un lungo periodo di siccità a cui ha fatto seguito una lunga stagione delle piogge: le conseguenti inondazioni hanno colpito e distrutto ampie aree coltivate e pascoli, riducendo le risorse alimentari. I voraci insetti metteranno ulteriormente in difficoltà più di 10 milioni di persone, tra bambini a adulti, che vivono nelle zone rurali. Per la Fao si tratta di una vera e propria catastrofe.
Fonti di riferimento: Save The Children/FAO