Caldo e freddo, Sole e pioggia, vento e umidità: le condizioni meteo e climatiche possono favorire la diffusione del coronavirus in Italia? L’arrivo dell’estate può inibire il patogeno? Nelle prossime righe cercheremo di rispondere a queste domande con l’aiuto degli esperti. Già qualche giorno fa accennammo al legame tra coronavirus e condizioni meteo, ma in questo articolo entreremo ancor più nel dettaglio.
È bene ricordare che prima ancora della resistenza del coronavirus al caldo o al freddo dovremmo più badare a noi stessi. L’arrivo del caldo o del freddo ha importanti incidenze sul nostro sistema immunitario, la prima linea di difesa agli agenti patogeni come i virus: durante le ondate di freddo o comunque in presenza di grossi sbalzi termici il nostro sistema immunitario tende ad indebolirsi e di conseguenza un coronavirus (così come altri agenti patogeni) può infettare l’organismo con più facilità. Come mai avviene questo? “La prima risposta immunitaria del corpo è data dalle ciglia vibratili” – come spiega il professor Bassetti, direttore Malattie Infettive del San Martino di Genova, intervistato da 3bmeteo.com – “che tappezzano le nostre vie respiratorie e respingono gli organismi che arrivano da gola e naso, a seguire vi sono le tonsille. Il clima freddo può inibire la loro azione e, considerando che il Coronavirus entra attraverso le vie respiratorie, un clima mediamente più caldo può favorirne invece la difesa”.
Quindi un primo rimedio per difendersi dagli agenti virali potrebbe essere quello di non riscaldare troppo le nostre abitazioni. Ad esempio il riscaldamento di una casa dovrebbe essere regolato attorno ai 20°C e non 25°C: in questo modo, qualora uscissimo di casa, non avvertiremmo una grossa variazione di temperatura ed il nostro sistema immunitario reagirebbe meglio allo “shock termico”.
Il coronavirus Covid-19 come reagisce al caldo e al freddo?
Ora torniamo a concentrarci sul Covid-19: essendo un membro della famiglia dei Coronavirus riesce a proliferare con maggior facilità durante le ondate di freddo e quindi durante l’inverno. E col caldo invece? “Purtroppo la risposta non è semplice” – spiega Bassetti – “in quanto si tratta della mutazione recente di un virus che era presente negli animali. Ad oggi non è certo che il virus scomparirà col caldo. Ad esempio un coronavirus della stessa famiglia contagiò, nel 2014, molti cammelli in Medio Oriente. Quell’azione avvenne con temperature elevate tipiche del deserto. Tuttavia la SARS, appartenente alla stessa famiglia, scoppiò alla fine del 2002 e si estinse nel luglio del 2003 all’arrivo del gran caldo. Insomma il comportamento dei coronavirus può variare da caso a caso.”
Declino del coronavirus entro l’estate?
Dalle prime analisi di virologhi ed epidemologhi il Covid-19 sta mostrando segni di diffusione e comportamento simili all’influenza stagionale (seppur con effetti più gravi). Tuttavia non è chiaro, come già spiegato nel paragrafo precedente, se il caldo riuscirà ad inibire il coronavirus così come farebbe con l’influenza stagionale. “Ad oggi considerato che i casi stanno aumentando ci possiamo aspettare che marzo e aprile saranno due mesi di sofferenza dal punto di vista sanitario” spiega Giancarlo Icardi, professore di Igiene all’università di Genova – “mentre è ancora presto per stabilire se ci sarà un effettivo calo dei contagi nella prossima Estate”.
L’unica certezza con l’arrivo del caldo estivo è data dal rinforzo fisiologico del nostro sistema immunitario in grado di proteggerci maggiormente dagli agenti patogeni.
Il vento può influire sulla trasmissione del coronavirus? Secondo gli esperti in questo caso il vento non è un mezzo di diffusione del virus rilevante. Al contrario è molto più significativo il contatto tra persone.
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A cura di Raffaele Laricchia
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