L’epidemia del coronavirus Covid-19 diventa sempre più un problema nel mondo e purtroppo anche in Italia. Le misure restrittive imposte dal decreto governativo, inizialmente estese al 3 aprile, potrebbero subire un forte slittamento considerando l’incremento drammatico di contagi e vittime degli ultimi giorni. Anche ipotizzando il picco di contagi ad inizio prossima settimana ci vorrebbe comunque molto tempo per scendere fino a zero o pochissimi contagi (come avvenuto in Cina).
Preoccupazione a tal proposito anche da parte di Massimo Galli, primario del reparto di Malattie Infettive del Sacco di Milano: “La mia speranza è che di questo virus” – spiega l’esperto a TV2000 – “ci si possa liberare in non più di 3 mesi dal momento dell’applicazione di determinate regole. E ho già dato un termine agghiacciante. Non è e non sarà una cosa breve, se dovesse avvenire in tempi brevi sarò il primo a fare una festa”.
“Il vaccino– ha aggiunto Galli – è una speranza. Ci sono almeno 18 programmi aperti per arrivare al vaccino. Mi auguro che nelle varie dichiarazioni che si susseguono ci sia del vero piu’ o meno in tutte. Sicuramente qualcosa verrà fuori ma dubito che noi siamo in grado di delimitare e circoscrivere l’epidemia e di superarla attendendo il vaccino. Il vaccino verosimilmente ad essere fortunati arriverà dopo l’estate, non prima. E anche se arrivasse prima passeranno comunque dei mesi”.
“Sui farmaci– prosegue Galli – andiamo per tentativi. L’utilizzo della clorochina, farmaco antimalarico, è un po’ quello che facciamo sempre in mancanza di altro nell’ipotesi abbastanza vaga che possa funzionare. Stiamo cercando di mettere in fila dei numeri per cercare di capire se funziona e stiamo aspettando che dalla Cina arrivino delle indicazioni perché loro questi conti li hanno fatti prima di noi. Sul farmaco Remdesivir abbiamo iniziato la sperimentazione per saperne veramente di più e ne abbiamo usato parecchio come farmaco concesso fuori da studi per uso compassionevole. Il punto è a chi e quando darlo e capire se effettivamente può funzionare”.
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A cura di Raffaele Laricchia
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