La minaccia del presidente delle Filippine, Rodigo Duterte, arriva direttamente nella conferenza stampa di mercoledì 1 aprile: il presidente ha riferito all’intera popolazione che ordinerà alla polizia di sparare ai cittadini che violano le regole di quarantena e che, in particolare, creano scompigli e caos aderendo a movimenti di protesta verso il governo.
Il discorso in diretta nazionale è avvenuto a seguito dell’arresto di 12 persone a Quezon City, sull’isola di Luzon, trovate per strada a protestare contro il governo senza autorizzazione. Nello stato del sud-est asiatico la preoccupazione sull’epidemia è altissima a causa della diffusa povertà e le scarse strutture sanitarie.
Duterte afferma: “nessuno morirà di fame”
Il presidente filippino ha anche rassicurato che nessuno morirà di fame e che il governo, seppur con ritardo, verrà incontro a tutti nelle prossime settimane e nei prossimi mesi. La quarantena messa in atto e la chiusura quasi totale degli esercizi commerciali e delle aziende rischiano di mettere sul lastrico oltre 48 milioni di persone. “Il mio ordine alla polizia e all’esercito è di sparare, se ci sono disordini o proteste” – le parole di Duterte – “Piuttosto che creare problemi, vi manderò nella tomba”.
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