Un vasto incendio sta colpendo negli ultimi giorni l’area boschiva attorno a Chernobyl, il distretto nucleare che nel 1986 diffuse una nube tossica su gran parte d’Europa in seguito a al più grave incidente della storia.
Secondo le ultime rilevazioni i roghi in atto hanno aumentato le radiazioni nella zona (quella dell’incendio) che sono ora 16 volte superiori alla norma. Lo ha affermato Yegor Firsov, responsabile del servizio locale di controllo ecologico.
Più di cento vigili del fuoco sono stati impegnati per domare le fiamme, che si sono estese per 20 ettari vicino alla centrale. In campo anche due aerei e un elicottero.
L’area colpita dai roghi è la cosiddetta zona di alienazione, che si estende per un raggio di 30 chilometri attorno alla zona dell’incidente: un’area in cui l’accesso è strettamente regolato ed è vietato vivere o svolgere attività commerciale (ma sono permessi i tour turistici alla centrale). Si tratta di una delle zone più contaminate di radiazioni al mondo.
In questa area dunque non c’è nessuno, ma nelle vicinanze della zona di alienazione si stima che ci siano ancora centinaia di persone, situate in villaggi fatiscenti: gente (per lo più anziana) che rifiutò di lasciare le proprie abitazioni o vi ritornò illegalmente più tardi, pur consapevole dei rischi per la salute derivante dal vivere in una zona a così alti livelli di contaminazione.