Enorme buco dell’ozono sull’Artico, grande tre volte la Groenlandia

by Raffaele Laricchia
7 Aprile 2020 - 21:45

Un gigantesco buco dell’ozono si è aperto nelle prime settimane della primavera meteorologica sull’Artico. La notizia era già stata diffusa alcune settimane fa da numerose testate giornalistiche ed effettivamente non si tratta di una fake news. Le concentrazioni di ozono in alta quota, attorno ai 18 km di altitudine (in stratosfera), sono drasticamente calate addirittura del 90%.

Questo buco di dimensioni spropositate, addirittura tre volte la Groenlandia, si avvicina al suo corrispettivo in Antartide che fa discutere da anni ed è sicuramente più frequente. Fortunatamente si tratta di un’anomalia destinata e rientrare in breve tempo.

I livelli di ozono sono stati misurati dal gruppo di ricercatori dell’Istituto tedesco Alfred Wegener di Potsdam, coordinati dal fisico dell’atmosfera Markus Rex. Le misure sono state condotte per mezzo di palloni sonda partiti da diverse stazioni osservative situate al Polo Nord. “Abbiamo osservato alla fine di marzo 2020 una diminuzione dell’ozono di circa il 90% a 18 chilometri di quota. Un valore – spiega l’esperto Markus Rex – che non avevamo mai visto prima al Polo Nord”. Secondo gli esperti, questa falla nell’Artico, data la sua collocazione, non è pericolosa per la salute degli esseri umani, ed è destinata a rompersi nel giro di poche settimane.

Evidente il buco dell’ozono al 23 marzo 2020 (in azzurro). Lo scorso anno non era presente

Come si è formato? A causa della forte compattezza del vortice polare stratosferico, perdurata per l’intero inverno, le temperature sono scese sotto i -78°C per lungo tempo: questo ha permesso la formazione di cristalli di ghiaccio nelle nubi stratosferiche polari contenenti grosse concentrazioni di cromo e bromo inizialmente inattive (durante il periodo di oscurità). Con l’avvento di marzo e soprattutto aprile, i raggi solari sono tornati ad illuminare gradualmente il polo nord: l’energia del Sole riesce ad attivare gli atomi di cloro e bromo, i quali distruggono rapidamente le molecole di ozono causando la formazione del tanto discusso “buco dell’ozono”.

Il fenomeno avviene ogni anno attorno alla primavera sia sull’Antartide che sull’Artide: tuttavia al Polo sud è decisamente più frequente e vistoso, con importanti cali di concentrazione d’ozono ogni anno. Sul Polo nord, invece, le concentrazioni d’ozono solitamente scendono del 29% con rarissime eccezioni, come il marzo 2011 e questi ultimi giorni.

Le previsioni suggeriscono che con l’aumento delle temperature nel vortice polare, grazie all’avanzare della stagione calda, avremo un graduale aumento delle concentrazioni di ozono grazie all’arrivo di nuove masse d’arie da latitudini più basse, ricche della preziosa molecola che ci protegge da sempre dai raggi UV. Entro metà aprile questo grosso insolito buco dovrebbe chiudersi definitivamente.

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