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Coronavirus, isolata variante molto meno potente. Le parole del Presidente dei virologi Arnaldo Caruso.

25 Maggio 2020, ore 19:25

Una notizia di rilievo arriva da Brescia dove negli ultimi giorni è stata isolata una variante del virus Sars-CoV-2 “estremamente meno potente“, quindi più ‘buona’ rispetto al virus principale che conosciamo.

Questa variante è stata analizzata nel laboratorio di Microbiologia dell’Asst Spedali Civili, diretto dal presidente della Società italiana di virologia (Siv-Isv), Arnaldo Caruso.

Il dottor Caruso ha dichiarato: “mentre i ceppi virali che siamo stati abituati a vedere in questi mesi, che abbiamo isolato e sequenziato, sono ‘bombe biologiche’ capaci di sterminare le cellule bersaglio in 2-3 giorni, questo per iniziare ad attaccarle ha bisogno minimo di 6 giorni”: il doppio del tempo.

La notizia sarà oggetto di pubblicazione scientifica, ma è stata anticipata da Caruso anche con l’intenzione di voler lanciare un messaggio di speranza. “Da virologo – prevede – queste varianti virali più attenuate potrebbero diventare il futuro della evoluzione di Covid-19″

Fino ad’ora, come più volta ripetuto dagli esperti, non ci sono state evidenze che il virus si sia indebolito. Il calo dei contagi delle ultime settimane sarebbe da attribuire più che altro al lungo periodo di lockdown. Il virologo Caruso però sottolinea come il virus stia perdendo forza in maniera evidente.

Non si tratta ovviamente di una debolezza intrinseca del virus ma delle misure di contrasto che si trova ad affrontare. Il nuovo coronavirus “sta perdendo forza”, sfiancato dagli effetti del lockdown, dalle misure di contenimento e dal caldo perché “la stagionalità è una caratteristica di tutti i virus respiratori”, ha dichiarato il virologo all’Adnkronos Salute.

“Ogni giorno – spiega l’esperto – vediamo tamponi naso-faringei positivi non più in modo forte, bensì debole. La prova molecolare di “infezioni molto leggere, quasi inapparenti. Si vede il virus in dosi molto, molto ridotte”.

Sulla nuova variante scoperta il virologo spiega: “è’ successo che mentre ultimamente arrivano tutti questi tamponi con bassa carica virale, ce ne è capitato uno con carica molto alta e la cosa ci ha stupito. Una sorpresa ancora più grande considerando che questo soggetto era completamente asintomatico. Siamo dunque andati a isolarne il virus, scoprendo che in coltura era estremamente più debole dei precedenti. Mettendolo cioè a contatto in vitro con cellule buone da aggredire, non riusciva nemmeno a ucciderle tutte. Anzi, anche solo per cominciare ad attaccarle necessitava di almeno 6 giorni, contro le 48-72 ore sufficienti ai classici ceppi per finire tutte le cellule a disposizione.

Il dottor Caruso però sottolinea come questa scoperta non stia a significare che stia circolando la variante più debole del virus: “non sappiamo ancora se e quanto circoli questa variante, né se sia geneticamente diversa dalle altre. Possiamo però dire che qualcosa sta succedendo“.

“La pubblicazione dello studio rappresenta un indispensabile raffronto con la comunità scientifica internazionale”, puntualizza Caruso, ma “all’opinione pubblica dobbiamo anche rivolgere parole di serenità, di cauto ottimismo per il futuro. Non possiamo dire con certezza ciò che accadrà, perché le nuove varianti indebolite poi magari ricombinano con qualche brutta bestia e ci ritroviamo un ulteriore danno nella prossima ondata.”

La speranza è “che, come in passato è successo più volte, il virus tenda ad attenuarsi nella sua patogenicità“. In gergo tecnico si chiama fitness virale: “Il virus vincente è quello che si adatta e si replica risparmiando la cellula che lo ospita”.