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Disastro ambientale in Russia: 20 mila tonnellate di gasolio finiscono in fiume artico

4 Giugno 2020, ore 17:12

Un disastro di proporzioni enormi si sta consumando nella Siberia settentrionale, in Russia. Un guasto a una centrale elettrica, situata a Norilsk, nella regione del Krasnojarsk, ha provocato la dispersione di una enorme quantità di gasolio nel fiume artico Ambarnaya. 

L’incidente si sarebbe verificato il 29 Maggio, con la rottura di una cisterna che ha provocato nei giorni successivi il riversamento di circa 20 mila tonnellate di gasolio nell’acqua del fiume, contaminando un’area di circa 350 chilometri quadrati. 

Il presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato lo stato d’emergenza per il grave impatto ambientale. L’azienda, non nuova a incidenti di questo tipo, è stata criticata dal capo del Cremlino per aver cercato di nascondere l’accaduto. Solo nelle ultime ore infatti è emerso l’accaduto e sono state diffuse le impressionanti immagini della grande macchia rossa comparsa nel fiume. 

Sul piano d’intervento per bloccare la fuoriuscita c’è ancora un po’ di confusione. Alexei Knizhnikov, a capo della sezione russa del Wwf, ha spiegato che il gasolio è molto difficile da ripulire visto il suo livello di tossicità; inoltre la conformazione del fiume rende ancora più difficili operazioni di questo tipo. Knizhnikov ha anche affermato che si tratta del secondo più grave incidente nella storia della Russia moderna, in termini di volume di sostanze tossiche fuoriuscite.

Il ministro dell’ambiente russo, Dmitry Kobylkin, ha però da subito escluso l’ipotesi vagliata da alcuni di bruciare l’enorme chiazza di carburante: “Non si può immaginare di bruciare così tanta benzina in un territorio artico: sarebbe un grosso problema”, ha dichiarato.

Intanto, il ministro per le emergenze Evgeni  Zinitchev ha annunciato l’apertura di un’inchiesta. Un impiegato della centrale elettrica è stato arrestato.