Coronavirus, ecco l’ultimo rapporto dell’ISS sui decessi da COVID-19

by Francesco Ladisa
16 Giugno 2020 - 12:10

E’ stato diffuso un nuovo report da parte dell’Istituto Superiore di Sanità sui numeri del coronavirus e in particolare sui decessi e le caratteristiche delle persone morte con COVID-19. Si tratta del rapporto più completo redatto finora.

Lo studio è stato effettuato su un campione di 32.938 decessi, a fonte del dato più recente della Protezione Civile che conta 34.371 vittime. 

Il rapporto evidenzia che circa la metà dei decessi accertati è avvenuta in Lombardia (49,6%), la regione più interessata dall’epidemia da coronavirus, seguita dall’Emilia-Romagna con il 13%, dal Piemonte con l’8,6% e dal Veneto con il 6 %.

L’età mediana dei pazienti morti e risultati positivi al coronavirus è di 80 anni e c’è una prevalenza nei decessi tra gli uomini rispetto alle donne: 58% circa contro 42%. Se si osserva l’età mediana dei deceduti si nota che è più alta di 20 anni rispetto all’età dei pazienti che hanno contratto l’infezione. Le donne morte di COVID-19 hanno inoltre un’età più alta rispetto agli uomini: 85 anni rispetto a 79 anni (età mediane).

L’ISS ha analizzato inoltre le cartelle cliniche di un campione di 3.438 pazienti, al fine di ricostruirne lo stato di salute e verificare nessi fra malattie preesistenti ed evoluzione della COVID-19. È stato identificato un numero medio di 3 patologie preesistenti sia negli uomini sia nelle donne. La condizione più ricorrente è stata l’ipertensione arteriosa in ambo i sessi, seguita dai problemi cardiaci soprattutto per gli uomini e dal diabete (tipo 2) per entrambi i sessi.
Inoltre una nutrita percentuale dei ricoverati per coronavirus erano stati già interessati da problemi ai reni o di carattere respiratorio. 

Nel 92,4% delle diagnosi al momento del ricovero erano stati segnalati sintomi compatibili con la COVID-19, mentre per i restanti casi il motivo del ricovero era diverso ed era poi emersa la presenza della malattia. I sintomi più ricorrenti osservati prima del ricovero tra i deceduti erano febbre, difficoltà a respirare e tosse; erano invece meno frequenti diarrea e l’emissione di sangue con i colpi di tosse.

L’insufficienza respiratoria è stata la complicanza più osservata (quasi 97%), confermando gli effetti del coronavirus sui polmoni, dove causa infiammazioni che possono rivelarsi molto gravi. Nell’86% dei casi la terapia ha riguardato la somministrazione di antibiotici per trattare complicanze come le polmoniti atipiche, mentre le terapie antivirali per provare a rallentare la replicazione del coronavirus sono state impiegate nel 60 per cento dei casi.

Nel campione di morti analizzato dall’ISS è stato rilevato un tempo di 11 giorni dalla manifestazione dei primi sintomi alla morte. In tempi mediani, un individuo con sintomi è stato ricoverato entro 5 giorni ed è poi morto nei 6 giorni seguenti al ricovero. Il tempo dal ricovero alla morte è risultato più lungo tra i pazienti trasferiti nei reparti di terapia intensiva.

Nel rapporto dell’ISS la COVID-19 si conferma come una malattia letale soprattutto per le persone più anziane e con problemi di salute preesistenti. Su 32.938 deceduti, 366 avevano un’età inferiore ai 50 anni (1,1 per cento del campione); 83 di questi avevano meno di 40 anni.