Home > Terremoti e vulcani > Terremoti: individuato sistema di faglie ancora attivo sui fondali pugliesi

Terremoti: individuato sistema di faglie ancora attivo sui fondali pugliesi

24 Giugno 2020, ore 11:51

L’istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), insieme all’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (Ogs), ha individuato un sistema di faglie attivo sui fondali della Puglia, a largo di Santa Maria di Leuca, nel Salento. 

Questo sistema di fratture della crosta terrestre è probabilmente quello che originò il violento terremoto registrato nel 1742 (di magnitudo stimata pari a 6.7) che provocò crolli e numerose vittime nel basso Salento.

Il sistema di faglie, chiamato South Apulia Fault System (Safs), è stato identificato grazie alle campagne geofisiche eseguite con la nave Ogs Explora. La ricerca ha dimostrato che il sistema ha iniziato la sua attività tettonica nel periodo compreso tra 1,3 e 1,8 milioni di anni fa, e che è tutt’ora attivo, con un movimento estensionale pari a 0,2-0,4 millimetri l’anno. L’area in cui si trova il Safs in Puglia, spiega l’Ingv, è una porzione sommersa del cosiddetto avampaese, cioè una regione adiacente a una catena montuosa, della placca Adriatica, un’area di crosta continentale considerata stabile rispetto alla catena appenninica a ovest e alla catena ellenica a est.

In queste aree, prosegue l’Ingv, i terremoti sono meno frequenti rispetto ad altre zone del Mediterraneo e della penisola italiana, ma si possono verificare eventi sismici anche di magnitudo elevata.

In base alla posizione geografica, alle evidenze di attività recente e all’assenza di altre strutture tettoniche di simile importanza nell’area di studio, gli esperti ipotizzano che il sistema di faglie appena scoperto possa essere la più probabile sorgente del sisma del 1742. I ricercatori auspicano che, in futuro, ulteriori studi permettano di acquisire nuovi dati ad alta risoluzione, per comprendere con maggiore precisione la reale estensione del Safs e i tassi di attività.