Il Governo è a lavoro per pianificare la fase 3 dell’emergenza coronavirus ed essere pronti a un’eventuale “nuova ondata” nel corso dell’autunno.
A tal riguardo nelle ultime ore è stata diffusa la notizia di un documento riservato stilato dagli esperti dell’Istituto superiore di Sanità e del dicastero della Salute che analizza quanto potrà accadere in autunno e traccia 3 scenari possibili per la fase 3.
«Linee guida», le ha definite ieri in Parlamento il ministro Roberto Speranza che ha parlato di un «lungo lavoro trasmesso al Comitato tecnico scientifico che sarà inviato alle Regioni e costituirà l’orizzonte con cui affrontare la fase della ripresa». Un dossier che già tiene conto di un dato fondamentale: la riapertura delle scuole che potrebbe far salire la curva epidemiologica.
Gli esperti hanno ipotizzato 3 possibili scenari, ovvero le 3 situazioni che potrebbero realizzarsi con maggiore probabilità nei mesi a venire.
Il primo scenario riguarda la «trasmissione localizzata». Vuol dire che la situazione è simile a quella attuale con un’incidenza di casi ancora sotto controllo, ma con alcuni focolai che fanno aumentare l’indice Rt. E dunque bisogna prevedere una reazione adeguata soprattutto per quanto riguarda la tracciabilità dei contatti dei positivi.
Il secondo scenario fa salire invece il livello di preoccupazione perché riguarda un’impennata di casi, quindi un peggioramento della situazione, comunque gestibile senza interventi straordinari a livello di servizio sanitario nazionale. Prevede cioè un numero consistente di malati che ricorrono alle cure negli ospedali, ma senza provocare una situazione fuori controllo, e altri che invece possono gestire il contagio e i sintomi rimanendo a casa.
Infine il terzo scenario, quello che fa tornare indietro ai tempi più critici e drammatici della pandemia. Ipotizza infatti una seconda ondata di Covid-19, dunque un numero altissimo di nuovi casi e soprattutto tanti malati che arrivano in ospedale in condizioni gravi e necessitano di cure particolari o ricoveri in terapia intensiva.
Nel documento — una relazione di sette pagine che dovrà poi essere integrata con le osservazioni degli scienziati e i suggerimenti dei governatori — si individuano anche gli interventi necessari a contenere i contagi e soprattutto a fronteggiare qualsiasi situazione di emergenza. Un punto fondamentale sarà sicuramente il monitoraggio costante dell’andamento dell’epidemia e dei contagi.
Il riferimento è al controllo che il ministero della Salute sta già effettuando grazie al monitoraggio settimanale che tiene conto di 21 indicatori e, sulla base di un algoritmo, calcola la tenuta delle strutture sanitarie nelle varie regioni e dunque anche la risposta da fornire nei casi più gravi.