Prende il via oggi la sperimentazione del primo vaccino italiano contro il coronavirus, realizzato dall’azienda biotecnologica ReiThera.
La prima persona a riceverlo è stata stamane una donna di 50 anni, di Roma. La sperimentazione è guidata dall’Istituto Spallanzani della capitale. “Ho voluto fare questa scelta perché devo andare all’estero per lavoro, nel Golfo Persico”, è stata la sua spiegazione. “Credo nella scienza italiana. Spero che questo mio gesto serva, e spero che le persone siano più responsabili”, ha dichiarato la 50enne, che ha preferito non rendere pubblici nome e cognome. La donna dovrà restare in osservazione per 4 ore dopo l’iniezione.
Il vaccino di ReiThera è nella prima fase di sperimentazione, quella che controlla la sicurezza ed è limitata a 90 volontari. Se i test verranno superati, le prime immunizzazioni avverranno in primavera. L’azienda ha una capacità produttiva di milioni di dosi e ha annunciato che darà la priorità all’Italia per la distribuzione. “Se tutto andrà per il meglio e termineremo questa sperimentazione entro l’anno, potremmo avere il vaccino in primavera su base commerciale” ha detto Francesco Vaia, direttore sanitario dello Spallanzani.
Il vaccino che sarà sperimentato allo Spallanzani è interamente italiano ed è nato grazie a un protocollo siglato a marzo tra il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, il ministro della Salute, Roberto Speranza, il ministro dell’Università e della Ricerca scientifica, Gaetano Manfredi, il Consiglio Nazionale delle Ricerche e l’IRCCS ®Spallanzani¯. Per la realizzazione di questo obiettivo sono stanziati 8 milioni di euro, 5 milioni a carico della Regione Lazio, trasferiti allo Spallanzani e 3 milioni a carico del Ministero dell’Università e della Ricerca scientifica.
Vai ha spiegato che «il primo volontario a cui stamattina è stata inoculata la dose di vaccino verrà tenuto in osservazione per 4 ore da una equipe poi tornerà a casa e verrà monitorato per 12 settimane. Poi Mercoledì si proseguirà con altri due volontari e così a seguire tutti gli altri fino a 24 settimane. Se tutto andrà bene ci saranno la seconda e la terza fase di sperimentazione che probabilmente faremo in un paese dell’America Latina dove il virus è in crescita». Vaia ha aggiunto inoltre che molti volontari che si sottoporranno alla vaccinazione hanno detto che intendono «devolvere il rimborso spese previsto alla ricerca».