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Quattro anni dal terremoto di Amatrice: nei borghi regna ancora il silenzio

24 Agosto 2020, ore 9:08

Sono trascorsi già quattro anni da quella terribile notte in cui la terra tremò con violenza su tutto il centro Italia. Il terremoto di Amatrice, avvenuto alle 03.36 della notte, sconvolse numerosi borghi dell’Appennino centrale tra reatino, aquilano e perugino, uccidendo 299 persone.

Migliaia di famiglia persero la propria casa ed ora, a distanza di quattro anni, sono ancora in cerca di una soluzione. Dopo quasi 1500 giorni la situazione sembra non essere cambiata: le macerie, almeno quelle, sono state eliminate e i cantieri sono stati delimitati ma i lavori sono davvero troppo lenti per non dire inesistenti.
I paesi colpiti dal sisma restano ancora disabitati, immersi nel silenzio che li avvolge da quella notte interminabile.

Il processo di ricostruzione è molto lento e solo negli ultimi mesi pare abbia ricevuto un’improvvisa spinta. Secondo i dati della Regione Lazio sono presenti 550 cantieri privati, già avviati, ai quali sono stati concessi 110 milioni di euro. A questa cifra dovrebbe aggiungersi un’altra somma di circa 55 milioni ancora in fase di approvazione.

Per quanto riguarda i beni pubblici sono in fase di progettazione almeno 120 cantieri, alcuni dei quali hanno avviato da poco le gare d’appalto per l’affidamento. Tra questi ci sono anche l’Ospedale Grifoni di Amatrice, il cimitero monumentale e lo chalet “Pantani” di Accumoli. Solo oltre cento invece gli appartamenti di edilizia abitativa, ultimati o in fase di ultimazione, che verranno consegnati ad altrettante famiglie entro Natale.

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