Com’era nelle attese in piena estate, l’Artico sta vivendo uno dei momenti più critici della storia moderna. L’estensione dei ghiacci polari è scesa nuovamente sotto i 4 milioni di chilometri quadrati, sfiorando il record storico negativo del 2012.
Da sempre il mese di settembre rappresenta il mese più critico per il Polo nord a causa dell’eccessivo accumulo di calore durato ben sei mesi alle altissime latitudini. Solo dopo l’equinozio d’autunno i ghiacci cominciano pian piano a rinvigorirsi grazie all’abbassamento delle temperature e al ritorno del “vortice polare”, figura predominante dell’inverno.
Questa criticità settembrina, tuttavia, sta diventando sempre più devastante negli ultimi decenni a causa del generale aumento delle temperature dovuto al global warming.
SETTEMBRE 2020 DA DIMENTICARE | I dati satellitari diffusi pochi giorni fa riguardo il mese di settembre 2020 mostrano una situazione molto grave: l’estensione dei ghiacci è la seconda più bassa degli ultimi 42 anni di rilevazioni, avendo raggiunto appena 3,74 milioni di chilometri quadrati. Pensate che 40 anni fa l’estensione minima di settembre era quasi il doppio di quella odierna.
L’attuale estensione dei ghiacci, come si evince dal grafico, è più bassa delle medie decennali degli ultimi quarant’anni.
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