Dopo l’annuncio diffuso negli ultimi giorni sull’efficacia al 90% del vaccino prodotto dall’azienda americana Pfizer, arriva un’altra notizia promettente: il vaccino Sputnik, il primo al mondo ad essere stato registrato l’11 Agosto scorso, ha mostrato un tasso di efficacia del 92%.
Questo è quanto dichiarano per lo meno il National Research Center for Epidemiology and Microbiology ‘Gameleya Center’ e il Russian Direct Investment Fund sul sito internet del progetto. La dichiarazione, riportata subito dalle più famose testate giornalistiche mondiali, è frutto dei primi dati dello studio clinico di Fase 3 in doppio cieco, randomizzato e controllato con placebo, che ha coinvolto in Russia 40mila volontari.
Le analisi hanno valutato, 21 giorni dopo la prima iniezione, l’efficacia del vaccino su oltre 16mila volontari che hanno ricevuto l’immunizzazione e il placebo. A settembre Sputnik V è stato somministrato, fuori dallo studio clinico, per la prima volta a un gruppo di volontari degli ospedali russi nelle zone ‘rosse’, anche in questo caso “è stata confermato il tasso di efficacia di oltre il 90%”. I dati raccolti dai ricercatori del Gamaleya Center saranno presto pubblicati e resi pubblici dopo la fine della sperimentazione.
“Non sono stati identificati eventi avversi – chiariscono i ricercatori – Sono stati segnalati disturbi minori come il dolore nel sito della vaccinazione, sindrome simil-influenzale, febbre e debolezza”. Attualmente le sperimentazioni cliniche di Fase 3 di Sputnik V sono approvate e sono in corso in Bielorussia, Emirati Arabi Uniti, Venezuela e in altri paesi, oltre alla Fase 2-3 in India.
Secondo Mikhail Murashko, ministro della Salute della Federazione Russa, “l’utilizzo e i risultati degli studi clinici dimostrano che Sputnik V è una soluzione efficiente per fermare la diffusione dell’infezione da coronavirus. E’ uno strumento di prevenzione e questo e questa è la strada per sconfiggere la pandemia”.
A cura di Francesco Ladisa
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