Gelo e neve dalla Siberia verso l’Europa. Italia nel mirino da San Valentino e nei giorni seguenti, ci sono delle novità. Le previsioni meteo e l’analisi.
L’anticipo di primavera o addirittura estate in alcune località siciliane, rischia di essere improvvisamente interrotto dai gelidi venti orientali per ricordarci che l’inverno non è assolutamente terminato.
Il gelo siberiano lo abbiamo menzionato molto spesso nelle ultime settimane, proprio perché la sua presenza sull’Europa nord-orientale diventa una vera e propria mina vagante per le sorti invernali dell’Italia. Stamattina vi abbiamo mostrato le gelide temperature presenti tra Scandinavia e Russia europea, segno del consolidamento del gelo nei bassi strati.
Ora potremmo trovarci davanti ad un vero e proprio colpo di scena: l’aria gelida situata sul nord-est europeo potrebbe scivolare sin verso il Mediterraneo e soprattutto verso l’Italia a metà febbraio, tra poco più di sette giorni. Prima toccherà alla Gran Bretagna fare i conti con gelo e nevicate diffuse fino in pianura, dopodiché toccherà ai Balcani e, con buona probabilità all’Italia nel periodo tra 14 e 17 febbraio, proprio in concomitanza di San Valentino.
BURAN DALLA RUSSIA AL MEDITERRANEO | Il famigerato “Buran“, ormai menzionato da tutte le testate giornalistiche e siti di meteorologia, potrebbe realmente palesarsi sulla nostra penisola. Sia chiaro, il vero Buran in Italia non arriverà mai perché trattasi di un vento gelido che soffia solo in Siberia (come il foehn in pianura Padana) e logicamente si tratta di un fenomeno locale che non può certamente arrivare sin qui. Però se vogliamo intendere con la parola Buran l’intera massa d’aria gelida d’estrazione siberiana, allora è accettabile, perché l’aria gelida che sta invadendo l’Europa proviene dalla Siberia e più precisamente dalla penisola di Kara.
Le possibilità circa l’arrivo del Buran in Italia sono nettamente aumentate nelle ultime ore e tra i principali modelli matematici c’è una certa concordanza su alcuni elementi che, di fatto, possono favorirne l’arrivo. Ci riferiamo in particolare al rallentamento delle correnti atlantiche e alla formazione di un’area di alta pressione in Scandinavia: entrambe sono figlie della massa d’aria gelida in forte consolidamento tra Scandinavia e Russia e la loro riuscita è altamente probabile.
Con la formazione di un anticiclone scandinavo (generato proprio dall’aria estremamente gelida qui presente) e col rallentamento delle correnti atlantiche (che permetterebbero l’elevazione dell’anticiclone delle Azzorre verso la Gran Bretagna) avremmo come ovvia conseguenza la discesa dell’aria gelida siberiana sin verso il Mediterraneo.
La combinazione tra l’alta pressione delle Azzorre e l’alta pressione scandinava, dà vita al ponte di Weikoff (sebbene in questo caso manca l’elemento dell’anticiclone siberiano), essenziale per la discesa di aria gelida da est verso ovest in Europa.
Quella appena redatta è l’analisi a macro scala, mentre per i reali effetti del Buran e le zone colpite bisognerà attendere ancora 2-3 giorni, considerando che ne mancano circa 7 al suo ipotetico arrivo.
Tuttavia se consideriamo la provenienza dell’aria gelida, è facile pensare che le aree maggiormente interessate sarebbero quelle del centro-sud e del versante adriatico, più esposte ai gelidi venti nord-orientali. In tal caso la neve scenderebbe fin sulle coste, con temperature davvero basse rispetto a tutte le precedenti irruzioni fredde di questo inverno.
Per il momento è inutile addentrarci in previsioni che lasciano il tempo che trovano, innanzitutto sarà importante verificare, entro le prossime 48-72 ore, che la dinamica generale venga confermata.
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A cura di Raffaele Laricchia