Si profilano nuove strette per contrastare il netto incremento di contagi e la crescente pressione ospedaliera dell’ultimo periodo, alimentati dalla circolazione delle varianti.
Sebbene non vi sia al momento nulla di ufficiale, con il passare delle ore diviene sempre più probabile l’ipotesi di un rafforzamento delle misure di contenimento a livello nazionale, a pochi giorni dall’entrata in vigore (il 6 marzo) del nuovo Dpcm firmato dal presidente del Consiglio Mario Draghi.
I numeri, infatti, preoccupano non poco gli scienziati e il Governo, che valuteranno a stretto giro se – e come – introdurre nuove restrizioni per far scendere la curva del contagio. Sicuramente, poiché i dati del weekend presentano un calo fisiologico a causa del minor numero di tamponi, il governo aspetterà i numeri più aggiornati che arriveranno tra domani e mercoledì. A quel punto potrebbero essere prese e annunciate decisioni importanti.
Una potrebbe essere quella di un coprifuoco anticipato, vale a dire un divieto di uscire non più a partire dalle 22 ma ore prima (ad esempio dalle 20). Si vocifera inoltre di un possibile lockdown nei week end, quando inevitabilmente (anche con l’arrivo della primavera) aumentano le uscite e gli assembramenti. Ma non è nemmeno escluso un lockdown nazionale, soprattutto se la situazione dovesse ulteriormente peggiorare nei prossimi giorni, anche se le probabilità di questo scenario rimangono basse.
L’altra possibilità su cui si lavora è la serrata dei negozi almeno dove sono chiuse le scuole. Questo per evitare che i ragazzi facciano le lezioni scolastiche da casa al mattino e al pomeriggio si ritrovino nei centri commerciali, col rischio di assembrarsi e contagiarsi a causa della variante inglese che «sceglie» i più giovani. Oggi il ministro dell’Istruzione Bianchi vedrà gli esperti del Cts e dell’Iss per valutare insieme tutte le possibili soluzioni. Diversi governatori premono per la più estrema: chiudere tutte le scuole, in tutta Italia.
A cura di Francesco Ladisa