Uno degli ultimi parossismi dell’Etna, per la precisione quello del 4 marzo, ha liberato in atmosfera enormi quantitativi di anidride solforosa (SO2) mista ad altri gas fino alle altissime quote della troposfera. Una buona parte di questa anidride solforosa si trova, ora, dall’altro lato del mondo, ovvero in Cina!
Come ha potuto compiere un viaggio così lungo? Tutto merito della “corrente a getto“, ovvero gli intensi venti che soffiano attorno ai 7000 metri di altitudine, i quali hanno trasportato le nubi di gas e anidride solforosa per migliaia di chilometri in libera atmosfera. Solitamente i venti della corrente a getto scorrono ad oltre 150-200 km/h, con picchi superiori ai 300 km/h, tanto quanto basta per trascinare via enormi quantità di gas e polveri.
La corrente a getto in questione ha attraversato tutta l’Asia fino ad arrivare sulla Cina occidentale, ed è proprio qui che è arrivata la nube di anidride solforosa. Molto probabilmente parte di questo composto potrebbe continuare il suo viaggio verso est grazie ad un ulteriore approfondimento della corrente a getto, capace di dirottarlo sin verso il nord America e addirittura in Atlantico permettendogli di compiere il giro del mondo completo.
In tutto questo non c’è nulla di strano e dannoso: non ci sarà alcun effetto del passaggio di questa nube di SO2 nei cieli d’Oriente e soprattutto si tratta di una situazione abbastanza normale per le nubi vulcaniche. Le eruzioni più potenti riescono a sprigionare polveri e gas fino a 10-12 km di altitudine e quindi vengono facilmente imprigionati dai venti furiosi che soffiano alle quote.
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A cura di Raffaele Laricchia