Nella sconfinata Russia esiste una piccola località dimenticata dall’uomo e anche dal tempo, dove case e strade sono in balia del gelo che coinvolge questi territori. Ci troviamo nella piccola località di Vorkuta, nel nord della Repubblica del Komi, nelle vicinanze del mar di Kara. Insomma ci troviamo in uno sperduto angolo della Russia nord-occidentale dove per almeno sette mesi all’anno l’unico fenomeno meteorologico presente è il gelo.
Vorkuta, e più precisamente un villaggio situato poco a nord della città, è una città fantasma dove il tempo sembra essersi fermato agli inizi degli anni 90. Questo villaggio era nato nella seconda metà del secolo scorso attorno ad alcune miniere, ma l’esaurimento delle stesse ed il contemporaneo crollo dell’Unione Sovietica ha costretto gli abitanti ad abbandonare questo villaggio in cerca di migliori fortune. Nel periodo sovietico Vorkuta era una meta ambita dal punto di vista lavorativo grazie alle miniere presenti. Addirittura tra il 1930 e il 1950 qui si trovava uno dei più grandi gulag della Russia: pensate che nelle miniere lavoravano almeno 73.000 prigionieri.
Negli anni 90, però, la produzione di carbone nelle miniere diminuì fortemente a causa della crisi globale dell’industria: questo portò ad un graduale svuotamento della città.
Oggi quel villaggio è totalmente disabitato e invaso dal ghiaccio: le abitazioni sono rimaste ferme nel tempo di almeno trent’anni ed immerse in un’atmosfera surreale.
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A cura di Raffaele Laricchia