Il Regno Unito, grazie alla massiccia campagna vaccinale degli ultimi mesi, è riuscito a far abbassare considerevolmente la curva dei contagi (ieri poco più di 2000 nuovi casi) ed ora sta procedendo con graduali riaperture dopo le forti restrizioni in vigore da inizio Gennaio.
Per evitare però che l’allentamento delle misure restrittive e un progressivo ritorno alla vita normale possano portare a una nuova significativa risalita dei contagi, il Governo britannico sta pianificando una serie di strategie. Una di queste è dare la possibilità alla popolazione di fare due test rapidi (tamponi) a settimana in maniera del tutto gratuita. Ciò permetterebbe di individuare i positivi, soprattutto asintomatici, e limitare così la diffusione di focolai e contagi.
Non mancano però le perplessità di fronte a questo sistema che dovrebbe partire già da questo Venerdì. Se fare i test può essere utile, ci deve essere essere sicuramente anche un buon sistema di tracciamento: in particolare, chi risulta positivo dovrebbe “autosegnalarsi”. E qui nascono i problemi, perché secondo diverse fonti, meno di un 25% della popolazione che ha contratto il Covid, nel Regno Unito, lo segnala, perché ritiene di non essere nelle condizioni di rimanere a casa senza lavorare o senza svolgere altre attività.
In queste ore forti dubbi vengono sollevati anche rispetto all’idea di un certificato/passaporto vaccinale che dia il via libera alle persone immunizzate, o che hanno fatto la malattia negli ultimi 6 mesi, o che hanno un test negativo, di poter accedere a negozi, pub, ristoranti e soprattutto ai 9 eventi pilota che sono stati individuati nei mesi di aprile e maggio (tra cui la semifinale e la finale dalla FA Cup di calcio). All’idea si oppongono trasversalmente 70 parlamentari appartenenti a tutti i partiti. Il leader laburista, Keith Starmer, ha definito l’idea “unbritish”, in un Paese in cui si circola senza carta di identità. La questione solleva preoccupazioni legati alla sfera della privacy e delle libertà individuali. Stando però a quanto riporta un sondaggio citato da Skynews, l’80% degli inglesi sarebbe disponibile a utilizzare un certificato di questo genere pur di aver accesso a una serie di servizi.