La primavera astronomica è ormai cominciata da più di un mese, ma il suo lato tiepido e stabile purtroppo continua a latitare. La nostra penisola sta facendo i conti con una serie quasi interminabile di perturbazioni che in molti casi si sono rivelati veri e propri colpi di coda invernali carichi di freddo e neve.
Questa situazione non è frutto del caso, ma di una chiara disposizione delle figure bariche nell’emisfero boreale che impediscono alle alte pressioni, portatrici di bel tempo e caldo, di avvolgere il Mediterraneo. In particolare ci riferiamo al vortice polare, ovvero la grande bassa pressione situata al polo nord: questa figura barica governa le sorti dell’inverno e, talvolta, anche quelle della primavera.
Il vortice polare si presenta ancora in ottime condizioni, nonostante siamo ormai nel pieno della primavera. Con i suoi continui sversamenti di freddo verso le basse latitudini è ancora in grado di portate ondate di maltempo degne di nota in nord America e anche in Europa, come se ci trovassimo nel cuore dell’inverno. Le temperature ovviamente salgono pian piano grazie all’incidenza crescente dei raggi solari, ma il tempo spesso e volentieri si presenta instabile e perturbato.
Ma quanto resisterà il vortice polare? Questa depressione solitamente inizia a vacillare a partire dai piani alti (in stratosfera) tra la fine di marzo e l’inizio di aprile, ma in casi eccezionali può resistere fino alla fine di aprile. Il suo deterioramento avviene ad opera del “final warming“, cioè il riscaldamento finale della stratosfera spesso dovuta all’irraggiamento solare che, col passare delle settimane, diventa sempre più forte.
Quest’anno, purtroppo, è ormai confermato che il “final warming” avverrà con un pesante ritardo, praticamente all’inizio di maggio (già vi anticipammo questo ritardo tempo fa in questo articolo). Questa condizione potrebbe avere pesanti conseguenze sul prosieguo della primavera e addirittura anche in estate.
COSA POTREBBE SUCCEDERE? Successivamente ad un “final warming” le condizioni meteorologiche diventano spesso dinamiche ed estreme. L’aria fredda situata oltre il circolo polare artico tenta di sfuggire verso le basse latitudini con grande ritardo sulla tabella di marcia, e questo può comportare bruschi sbalzi di temperatura, ondate di maltempo e finanche nevicate a quote basse per la stagione. Nel frattempo, però, le figure bariche tipiche dell’estate non stanno a guardare e possono prodigarsi, a fasi alterne, verso i nostri territori portando forti aumenti di temperatura.

Temperature al suolo ad inizio maggio – Sottomedia su gran parte dell’Europa centro-settentrionale a causa dell’aria fredda residua proveniente dall’Artico
Ne vien fuori un’eccezionale dinamicità meteorologica, caratterizzata da rapide ondate di fresco e maltempo ed improvvise ondate di caldo anche di forte entità. Questo scenario potrebbe presentarsi soprattutto nell’ultima parte della primavera, ovvero tra maggio e giugno.
Questi effetti potrebbero persistere anche in piena estate, seppur in modo via via sempre più contenuto. Storicamente, le estati più fresche e temporalesche sono state frutto di “final warming” tardivi, sebbene esistano anche altre concause legate all’attività termodinamica dell’Atlantico e del Pacifico (che ora non affronteremo).
Ad oggi, dunque, ipotizziamo un finale di primavera ed un’estate molto dinamiche, purtroppo caratterizzate non solo da forti e rapide ondate di caldo ma anche da frequenti ondate di fresco e temporali con relative grandinate (fenomeno meteorologico per eccellenza durante l’estate).
Restate sintonizzati su www.inmeteo.net! Iscriviti al nostro servizio gratuito su facebook, dove riceverai le notizie più importanti o interessanti senza il minimo sforzo!