“I giacimenti di petrolio groenlandesi non sono in vendita”. Così annuncia il nuovo governo della Groenlandia, intenzionato in tutti i modi a porre un freno all’uso del petrolio e al riscaldamento globale.
In Groenlandia il cambiamento climatico è sempre più evidente, soprattutto nell’ultimo decennio, per via di estati sempre più calde e dall’impatto devastante sui ghiacci groenlandesi. Pochi giorni fa, in appena 24 ore, si è sciolta una tale quantità di ghiaccio da coprire con cinque centimetri d’acqua lo stato della Florida. Insomma, questi imponenti scioglimenti del ghiaccio groenalndese, sempre più frequenti negli ultimi anni a causa di temperature eccezionalmente alte, hanno costretto il governo del Paese a prendere decisioni importanti.
Il grande territorio della Groenlandia nasconde, sotto il suo mantello di ghiaccio e neve, grandi quantità di petrolio. La scoperta della presenza di 17.5 miliardi di barili di petrolio, effettuata dalla US Geological Survey, un’agenzia scientifica americana, ha allettato non poco il governo statiunitense.
Tuttavia la risposta da parte della Groenlandia è stata negativa: il governo ha deciso di rinunciare ai giganteschi guadagni che sarebbero derivati dalla vendita del petrolio, pur di non arrecare ulteriori danni all’ambiente.
Il neo-governo groenlandese, comunque non totalmente contrario allo sfruttamento delle risorse minerarie di cui la Groenlandia ne è ben provvista, ha insistito molto sul fatto che tali sfruttamenti debbano essere sostenibili per l’ambiente.
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