Il mondo è sempre più in sofferenza ed il riscaldamento globale ne è ormai una prova conclamata: l’aumento della temperatura media della Terra è un segno inequivocabile della mano dell’uomo nel corso dell’ultimo secondo, in particolare negli ultimi decenni che hanno fatto registrare un’impennata marcata di oltre mezzo grado nella media globale.
L’aumento della temperatura media è frutto di un aumento delle ondate di caldo estreme in diverse regioni del mondo. Ce ne sono alcune che hanno maggiormente risentito del “global warming”, come l’Alaska o l’Artico, capaci di assistere ad un aumento delle temperature addirittura di oltre 4-5°C rispetto alle medie passate.
Tutto questo, purtroppo, è una diretta conseguenza della frenetica vita dell’uomo, condita da alti livelli di inquinamento ambientale e emissioni esagerate di gas serra in atmosfera.
Tutto il mondo è colpevole di questa situazione, ma dalle ultimi indagini è emerso che il maggior responsabile del vertiginoso aumento dei gasa serra è la Cina. Nel 2019 la Cina ha emesso più gas serra di tutti gli altri 37 Paesi sviluppati messi assieme. Il 27% dell’inquinamento da gas serra mondiale è prodotto dalla Cina, poi seguono gli Stati Uniti con l’11%.
A calcolare il poco invidiabile record della Cina è stato il team di studi del Rhodium Group, una società americana specializzata in consulenze che da anni fornisce stime aggiornate sulle emissioni di gas a effetto serra (GHG) sia a livello nazionale che globale, avvalendosi della piattaforma ClimateDeck.
Tra i gas serra considerati ci sono gli immancabili CO2 (anidride carbonica), il metano, l’esafluoruro di zolfo, protossido di azoto, i perfluorocarburi e gli idrofluorocarburi.
La sola Cina ha emesso, nel 2019, ben 14.093 milioni di tonnellate di CO2, ben maggiori di tutti gli altri Paesi sviluppati messi assieme.
RISCALDAMENTO GLOBALE SERIA MINACCIA PER LA TERRA | Il global warming ed il cambiamento climatico, inequivocabilmente accelerati dall’uomo, diventano sempre più temi di dibattito geopolitico.
il Sesto Rapporto del Gruppo Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici (Ipcc) mostra scenari drammatici senza precedenti nella storia degli studi sul clima targati Onu. “Un codice rosso”, ha detto il segretario generale Onu Antonio Guterres.
Ogni scenario analizzato mostra davvero poco ottimismo, ma mantiene uno spiraglio di speranza sulla possibilità di frenare la marcia del riscaldamento globale e contenere i danni nel corso dei prossimi decenni.
In base a tutti i cinque scenari prospettati la soglia fatale dell’aumento delle temperature di 1,5 gradi centigradi sarà “probabilmente” raggiunta tra il 2021 e il 2040, indipendentemente dalle riduzioni di emissioni gassose che saranno realizzate, anche se “radicali”. Ma, come hanno spiegato gli esperti dell’Ipcc intervenuti in streaming, “una seria riduzione delle emissioni dannose può permettere di restare molto vicini alla soglia di 1,5 gradi entro la fine del secolo”, con prevedibile ridimensionamento delle conseguenze.
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