Nei giorni in cui è stato lanciato l’allarme dall’ONU riguardo la crisi climatica, arriva un’altra pessima notizia: per la prima volta nella storia il fumo degli incendi che stanno colpendo duramente la Siberia è arrivata sul Polo Nord in senso alle intense correnti del jet stream, vento che soffia alle alte quote.
Quello che era conosciuto come un luogo “incontaminato” è stato sovrastato da una massiccia dose di fumi e inquinanti derivanti dagli incendi siberiani. Ad annunciare il drammatico evento è la NASA, la cui documentazione è stata successivamente confermata dall’Istituto di monitoraggio meteorologico russo “Rosgidromet”. Grazie al Moderate Resolution Imaging Spectroradiometer (MODIS) installato a bordo del satellite Aqua dell’agenzia aerospaziale americana, è stata ottenuta una nitida immagine del 6 agosto che mostra i fumi degli incendi estendersi per migliaia e migliaia di chilometri verso nord.
I gravi incendi presenti in Siberia stanno bruciando ben 3,4 milioni di ettari di verde, una situazione che ormai osserviamo ogni anno da troppo tempo. Come è possibile che vadano in fiamme migliaia e migliaia di chilometri quadrati di boschi siberiani? Alla mano violenta dell’uomo si aggiungono purtroppo anche i fulmini che sono perfettamente in grado di appiccare un incendio, il quale poi si espande a macchia d’olio.
Inoltre si aggiunge anche l’ingiustificata inattività delle autorità russe, che semplicemente lascerebbero divorare la vegetazione dal fuoco senza intervenire. La ragione sarebbero i costi troppo elevati per contenere incendi così vasti e distruttivi, pertanto si decide di intervenire soltanto nel caso in cui le fiamme dovessero avvicinarsi a villaggi e città.
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