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Astronomia: storica fotografia del buco nero al centro della nostra galassia

12 Maggio 2022, ore 19:35

Nel cuore della Via Lattea c’è un buco nero: la sua presenza già teorizzata da tempo è ora confermata a tutti gli effetti da una straordinaria e storica fotografia.

L’immagine del buco nero è frutto di una collaborazione internazionale Event Horizon Telescope (Eht) con il contributo italiano di Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf), Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), Università Federico II di Napoli e Università di Cagliari. Pubblicato in 10 articoli su The Astrophysical Journal Letters, il risultato è stato annunciato in tutto il mondo a partire dalla Germania, con lo European Southern Observatory (Eso); in Italia da Inaf, Infn e le due università.

L’immagine mostra una regione scura circondata da un anello luminoso, cioè la radiazione sprigionata dalla materia che si surriscalda prima di precipitare al suo interno. Il buco nero super massiccio è stato denominato Sagittarius A* e presenta un aspetto simile a quello del primo buco nero mai osservato e fotografato, quello nella galassia M87 a 55 milioni di anni luce di distanza da noi. Anche in quel caso, era il 2019, l’impresa riuscì grazie alla collaborazione EHT.

Le osservazioni hanno confermato che la sua massa è circa 1500 volte meno di quella del buco nero di M87 ma comunque circa 4 milioni di volte superiore a quella del Sole. Il suo diametro è paragonabile all’orbita di Mercurio.

Sagittarius A* si trova a circa 27 mila anni luce dalla Terra. Non rappresenta dunque un pericolo. La prima straordinaria osservazione diretta è invece un’eccezionale fonte di dati per gli astrofisici, che ora dispongono di molte più informazioni sulla struttura e il comportamento dei buchi neri e sulle leggi che governano il Cosmo. Le similitudini fra questo oggetto e quello della galassia M87 sono anche un’ulteriore conferma della Teoria della Relatività Generale di Einstein, che mostra di funzionare anche in luoghi dell’Universo dove le condizioni sono estreme come l’orizzonte degli eventi di un buco nero.

Il risultato è stato ottenuto mediante la tecnica dell’interferometria radio a lunga distanza, che utilizza dati raccolti contemporaneamente da otto grandi radiotelescopi sparsi in tutto il mondo, creando così un interferometro virtuale potentissimo, delle dimensioni pari a quelle della Terra stessa.