Home > Meteo News > Grave siccità al Nord: chiesto razionamento dell’acqua in 125 comuni, ecco dove

Grave siccità al Nord: chiesto razionamento dell’acqua in 125 comuni, ecco dove

16 Giugno 2022, ore 18:36

Con il persistere del grande caldo e della siccità nel nostro paese, in particolar modo nel Nord Italia, incombe il rischio dei primi provvedimenti come quello del razionamento dell’acqua.

Una serie di aziende aderenti a Utilitalia, l’associazione che riunisce i gestori degli acquedotti, ha avanzato la richiesta di stop all’erogazione dell’acqua potabile nelle ore notturne in 125 comuni della valle del Po, per contrastare la grave emergenza idrica che sta colpendo soprattutto il Nord-Ovest.

I 125 comuni per i quali sono state chieste misure di emergenza sono collocati soprattutto in Piemonte (100) e poi in Lombardia (25), nella provincia di Bergamo.

«La neve sulle Alpi è totalmente esaurita in Piemonte e Lombardia» si legge in una nota. I ghiacciai e le sorgenti in alta quota hanno aiutato ad attutire il disagio nel mese di maggio ma per quelli a venire la situazione è destinata a peggiorare poiché la richiesta di acqua per usi agricoli e industriali crescerà e non ci sono più riserve disponibili. «In alcuni territori non piove da 110 giorni» e in decine di Comuni di Piemonte e Lombardia «sono già in azione le autobotti per l’approvvigionamento di acqua perché i serbatoi locali afferiscono a sorgenti che non ci sono più» riferisce Meuccio Berselli, segretario generale dell’Autorità distrettuale del Fiume Po.

L’Autorità di bacino del Po fa notare che i livelli di tutti i laghi (ad eccezione del Garda) sono molto al di sotto della media stagionale (il Maggiore è prossimo il minimo storico del 1946) mentre il cosiddetto «cuneo salino» (vale a dire la risalita dell’acqua dell’Adriatico verso le falde della terraferma) ha superato i 10 chilometri. Il livello del Po è quasi 3 metri sotto la media abituale: a Pontelagoscuro la portata è 301 metri cubi al secondo contro il minimo storico di 320. Alla centrale di Ostiglia (Mantova) è già stata disattivato uno dei tre gruppi perché manca acqua per raffreddare l’impianto.

Uno dei settori più colpiti dalla crisi idrica è senza dubbio l’agricoltura. Secondo la Cia (Confederazione italiana agricoltori) si prevede una riduzione della produzione ortofrutticola nella Pianura Padana del 30-40%, con punte ancora peggiori per i cereali, fino al 50 per il mais e la soia. La Confagri del Piemonte ha chiesto che venga attivato lo stato di calamità naturale.