L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha dichiarato oggi che il vaiolo delle scimmie è un’emergenza sanitaria di interesse internazionale. L’annuncio è arrivato dal Direttore generale dell’Oms, Tedros Ghebreyesus.
La decisione arriva inseguito al significativo aumento dei casi in Europa e in tutto il Mondo. Secondo i dati più recenti, i casi fin qui accertati sono più di 14mila, in 71 Stati membri di tutte e sei le regioni dell’Oms, 5 i decessi. Ma è plausibile credere che ci siano in realtà molti più casi non dichiarati.
“Ho deciso di dichiarare un’emergenza sanitaria pubblica di rilevanza internazionale”, ha affermato Tedros Adhanom Ghebreyesus durante una conferenza stampa, precisando che il rischio nel mondo è relativamente moderato a parte l’Europa dove è alto.
Tedros ha spiegato che il comitato di esperti non è riuscito a raggiungere un consenso, rimanendo diviso sulla necessità di attivare il massimo livello di allerta. Alla fine, è spettato al direttore generale decidere. “È un invito all’azione, ma non è il primo”, ha affermato Mike Ryan, responsabile delle emergenze dell’Oms, che ha affermato di sperare che possa portare a un’azione collettiva contro le malattie.
Sull’argomento è intervenuto anche l’infettivologo italiano Matteo Bassetti. «Siamo arrivati a 15mila casi di vaiolo delle scimmie in più di 70 Paesi nel mondo, che probabilmente rappresentano la punta dell’iceberg. È verosimile pensare che siano 5-6 volte di più: siamo vicini, quindi, ai 100 mila casi reali. L’Italia rimane fra i primi 10 Paesi, con circa 400 casi. Sono numeri impressionanti». Dichiara il direttore della Clinica di malattie infettive del policlinico San Martino di Genova. «Nessuno vuole fare allarmismo, ma occhio a sottovalutare problema. Sarebbe il caso di partire ora con un’importante campagna vaccinale, indirizzata a giovani maschi, altrimenti a settembre rischiamo di avere decine di migliaia di casi diagnosticati e altrettanti sotto traccia».