Terremoto L’Aquila: vittime colpevoli (al 30%) perché non fuggirono, Domenica manifestazione contro sentenza

by Francesco Ladisa
17 Ottobre 2022 - 19:39

Nella giornata di Domenica 23 Ottobre, a partire dalle 11, si terrà una manifestazione di protesta contro la recente sentenza del Tribunale Civile dell’Aquila in merito alla riduzione dei risarcimenti in favore delle vittime del crollo della palazzina di via Campo di Fossa, avvenuto in seguito alla terribile scossa di terremoto del 6 aprile 2009.

Nella sentenza del giudice Monica Croci si legge: “Fondata l’eccezione di concorso di colpa delle vittime, costituendo obiettivamente una condotta incauta quella di trattenersi a dormire nonostante il notorio verificarsi di due scosse nella serata del 5 aprile e poco dopo la mezzanotte del 6 aprile. Concorso che tenuto conto dell’affidamento che i soggetti poi defunti potevano riporre nella capacità dell’edificio di resistere al sisma per essere lo stesso in cemento armato e rimasto in piedi nel corso dello sciame sismico da mesi in atto, può stimarsi nella misura del 30 per cento. Ne deriva che la responsabilità per ciascun Ministero è del 15 per cento e per il residuo 40 in capo agli eredi del costruttore Del Beato“.

In altri termini, per il giudice vi è stata una “condotta incauta” da parte di quelle persone che risiedevano nel palazzo di via Campo di Fossa, crollato a seguito della scossa delle ore 03:32 del 6 aprile 2009. Quei cittadini non fuggirono dopo le scosse avvertite prima di quella più grave, da questo comportamento sarebbe scaturito il “concorso di colpa“.

La sentenza sta facendo molto discutere e ha sollevato polemiche e dissenso, soprattutto fra i familiari delle vittime. “Parlando di risarcimento economico – sottolineano gli organizzatori in una nota – di fatto si offende la memoria di ciò che è stato custodito e vive in ognuno di noi, nella nostra comunità. Una sentenza che va letta alla luce delle responsabilità del crollo e inquadrata ponendola accanto a quella di assoluzione della Commissione Grandi Rischi e a quella di condanna di un imputato risultato colpevole di aver rassicurato la cittadinanza. Dalla rabbia che generano queste correlazioni e nel ricordo di ciò che realmente accadde, dalla volontà di rivendicare risposte, dalla consapevolezza che non resteremo in silenzio, nasce la scelta di promuovere una manifestazione”