Un terremoto devastante si è abbattuto nella notte in Turchia (come visto in questo articolo). Il sisma, di magnitudo 7.9, ha colpito l’area meridionale della Turchia vicino al confine con la Siria: l’epicentro è stato localizzato in un’area densamente popolata, a 37 km dalla città turca di Gaziantep, che conta oltre un milione di abitanti.
Dalle prime informazioni e dalle immagini che vengono diffuse sul web, sono centinaia, probabilmente migliaia, gli edifici crollati o danneggiati gravemente, sia in Turchia che in Siria. Al momento il bilancio è di 711 vittime. Almeno 427 persone hanno perso la vita nel nord della Siria, ha reso noto la tv di Stato turca Trt, mentre sono almeno 284 le vittime nel sud della Turchia dove è stato l’epicentro. 2.323 i feriti. Si tratta naturalmente di numeri del tutto provvisori e destinati purtroppo ad aumentare in quanto i soccorsi sono iniziati solo da poche ore e ci sono tantissimi crolli.
Una delle città più colpite è Kahramanmaras, a pochi chilometri dall’epicentro del sisma, da cui proviene questo drammatico video che vi mostriamo. Ma la situazione è simile in molte altre località della zona. Le province maggiormente interessate sono: Adana, Malatya, Gaziantep, Diyarbakir, Hatay, Adiyaman, Osmaniye, Sanliurfa e Kahramanmaras.
Oltre alle tantissime abitazioni rase al suolo, è quasi completamente crollata la Chiesa dell’Annunciazione di Iskenderun, cattedrale cattolica risalente al 19esimo secolo. Ridotto a un cumulo di macerie il castello di Gaziantep, struttura di epoca romana costruita nel terzo secolo. Le operazioni di soccorso continuano, si stima che moltissime persone siano ancora sotto le macerie e il presidente turco Recep Tayyip Erdogan viene costantemente informato sulla situazione.
In seguito alla violenta scossa magnitudo 7.9 (a cui sono seguite repliche anche superiori a 6 e 5) il Dipartimento della Protezione Civile aveva inizialmente diramato un allarme per un possibile maremoto, anche per le coste meridionali dell’Italia, ma l’allerta è stata successivamente revocata.