Una vera e propria strage di gabbiani si è verificata nelle ultime settimane nell’area del Lago di Garda, tra Lombardia e Trentino. Numerosi volatili sono stati ritrovati morti in particolare lungo le rive del basso Garda. Le cause, ormai conclamate, sono connesse a un’epidemia di influenza aviaria che sta colpendo le popolazioni che vivono sul “principale bacino d’acqua dolce d’Italia, ormai focolaio dell’H5NI”, come scrive il giornale La Stampa.
“Stiamo assistendo ad un fenomeno di mortalità di massa senza precedenti in Italia. È la prima volta che accade per una sola specie in un determinato e breve lasso di tempo”, spiega il direttore Terregino, “questi fenomeni si registrano soltanto nei paesi del nord Europa che solitamente sono i più colpiti”. Potrebbe risultare rischiosa l’eventualità di un passaggio del virus in un’altra specie volatile, in quanto si innescherebbero nuove morie. “Il monitoraggio è esteso a quelli uccelli acquatici che convivono con i gabbiani ma fortunatamente, fino ad ora, non riscontriamo evidenze che ciò sia avvenuto”.
“Stiamo controllando anche che i carnivori selvatici non siano andati a contrarre il virus divorando le carcasse dei gabbiani” continua a spiegare Caologero Terregino. C’è anche la possibilità, infatti, che i carnivori, mangiando questi gabbiani, proprio come si è visto in altri focolai europei, possano infettarsi. “In Italia non è ancora mai successo, ma il nostro controllo si estende a volpi, faine, gatti selvatici, per approntare un modello di sorveglianza totale, come suggeritoci da alcune ultime note ministeriali proprio sul tema in oggetto” ha concluso Terrigno.
Gli esperti rassicurano sui rischi estremamente bassi per l’uomo. Intanto in queste ore è stata diffusa la notizia di un caso umano di aviaria registrato in Cina: è risultata positiva una donna di 53 anni nella provincia orientale Jiangsu, le cui condizioni non sono ancora note. Questo caso arriva a breve distanza di tempo da due casi registrati in Cambogia, dove una bambina di 11 anni è morta in seguito ad aver contratto il virus. A certificarlo la scorsa domenica è stata l’agenzia sanitaria delle Nazioni Unite.