Uno sciame sismico è in corso nell’area dei Campi Flegrei con oltre 70 scosse registrate da ieri. La più forte è stata quella di questa notte, magnitudo 4.2, che ha svegliato gran parte degli abitanti della provincia partenopea e ha allarmato maggiormente la popolazione, che teme possa avvenire un’eruzione del supervulcano.
Le condizioni del vulcano a ogni modo sono costantemente monitorate dall’INGV, l’istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. Proprio dall’INGV, in particolare dalla direttrice del dipartimento Vulcani, sono arrivate delle chiarificazioni su quanto sta accadendo attraverso un’intervista fatta ai microfoni del giornale “Corriere della Sera”, di cui riportiamo le parti salienti.
I Campi Flegrei sono un’area ben nota per il bradisismo (movimenti verticali del suolo, ndr), che prosegue a fasi alterne da millenni. «L’attuale fase è in atto dal 2005 con l’area che si è sollevata di oltre un metro», spiega Francesca Bianco, direttrice del dipartimento Vulcani dell’Ingv. «La precedente fase risale al 1983-1984, in cui avvennero terremoti con magnitudo paragonabile al sisma di oggi».
Il bradisismo è collegato a una possibile eruzione?
«Non sempre il bradisismo è legato a un’eruzione. È in corso un’imponente attività di degassamento dalla camera magmatica profonda sotto i Campi Flegrei. Ci sono due correnti di pensiero: la prima dice che il bradisismo ha un’origine magmatica, la seconda afferma invece che dipende dall’interazione con il sistema delle acque sotterranee. Non si può escludere un’origine mista per quanto sta avvenendo nell’area di Pozzuoli: la risalita di piccole lingue di magma che riscaldano il sistema idrotermale in profondità».
Sono stati notati cambiamenti in questi parametri nel corso degli ultimi tempi?
«Da qualche giorno si è notata una crescita del tasso di sollevamento del suolo nel Rione Terra, che è l’area dove avvengono le massime deformazioni. Finora si è misurato un sollevamento di 15 millimetri al mese. C’è una tendenza all’aumento pur se non si può ancora stimare con precisione l’entità dell’incremento. I parametri geofisici e geochimici analizzati indicano il perdurare della dinamica in corso».
Quale potrebbe essere l’evoluzione nell’immediato futuro di ciò che sta avvenendo ai Campi Flegrei?
«È comprensibile la preoccupazione degli abitanti della zona di Pozzuoli. È in corso un fenomeno naturale di cui non possiamo dire con certezza cosa avverrà domani, anche se mi sento di escludere un’imminente eruzione. La cosa più importante è la consapevolezza delle caratteristiche sismiche della zona e seguire le indicazioni che vengono date dalla Protezione civile, con la quale siamo sempre in stretto contatto».