Una intensa sequenza sismica sta interessando l’Islanda, concentrata prevalentemente nella penisola sud-occidentale di Reykjanes. Le scosse sono particolarmente frequenti: si contano nelle ultime ore centinaia di eventi (1400 nelle ultime 24 ore) ma la sequenza è cominciata da oltre 10 giorni e in totale sono oltre 20 mila le scosse registrate.
Poco fa si è verificata una scossa di forte intensità, magnitudo 5.2. L’epicentro è stato localizzato ad appena 36 km da Reykjavík, la capitale islandese, dove il sisma è stato avvertito distintamente.
La sequenza sismica è innescata dall’intrusione magmatica in corso sotto la Blue Lagoon, un’area geotermale con una piscina termale che rappresenta una delle attrazioni turistiche più visitate dell’Islanda. A causa dei numerosi terremoti la struttura termale è stata chiusa e i turisti sono stati evacuati dalle loro stanze di hotel.
Gli esperti considerano a questo punto probabile un’eruzione vulcanica. Nell’area, che per secoli è rimasta dormiente, dal 2021 si sono verificati tre eventi di maggiore entità, di cui l’ultimo avvenuto lo scorso luglio, preannunciato da un intenso sciame sismico che ha prodotto più di 2.000 terremoti in appena 24 ore. Dalla fine di ottobre, la terra ha ripreso a tremare. Geologi e altri esperti stanno monitorando la situazione in collaborazione con le autorità locali, pronti a diramare l’allerta.
L’area interessata dai terremoti fa parte del sistema vulcanico del Fagradalsfjall, una regione posta nel mezzo della dorsale medio-atlantica in continua espansione, dove la placca nord-americana a Ovest e la placca euroasiatica a Est si stanno gradualmente separando, e dove lo stiramento sta creando crepe in cui il magma si sta infiltrando. “Mentre l’accumulo di magma continua, è prevedibile un’attività sismica sulla penisola di Reykjavík perché l’intrusione di roccia fusa provoca un aumento della tensione nell’area” ha spiegato un portavoce dell’IMO – . L’attività sismica della scorsa notte e di questa mattina è un esempio di questa frenetica attività sismica che ci si può aspettare, anche se il fatto che ci siamo terremoti più forti dei precedenti non significa necessariamente un aumento della velocità di accumulo di magma”.