Dopo una prima metà di Gennaio tutto sommato di stampo invernale, con temperature abbastanza in linea con le medie stagionali, la situazione meteo sembra destinata a cambiare radicalmente nella seconda parte del mese. I modelli meteorologici serali stanno confermando un importante cambiamento nella circolazione atmosferica che porterà un’impennata termica sorprendente subito dopo metà mese.
A partire dal 14-15 gennaio avremo importanti manovre bariche su scala continentale, con il gelo scandinavo che prenderà la strada dell’Atlantico andando ad agganciare le depressioni in uscita dal vortice canadese. Questa dinamica avrà un impatto diretto sull’Italia, portando correnti miti di matrice sub-tropicale richiamate proprio dall’affondo di un’ampia area depressionaria a ridosso dell’Europa occidentale.
Aumento termico a inizio settimana
I primi segnali di aumento delle temperature potrebbero essere avvertiti già a partire dall’inizio della prossima settimana, con un incremento termico previsto per lunedì e martedì soprattutto nelle isole maggiori e nel Sud Italia.
Picchi di 20 gradi e oltre da metà settimana
La vera sorpresa potrebbe arrivare in seguito, nel periodo compreso fra mercoledì 17 e sabato 20 gennaio, quando l’avvezione calda si dovrebbe intensificare. Secondo il modello GFS (Global Forecast System), il Centro-Sud potrebbe finire sotto la presenza dell’anticiclone sub-tropicale africano, con temperature che potrebbero raggiungere valori fino a 18-20 gradi, e forse anche di più, addirittura potrebbero esserci picchi di 22-24 gradi sulle isole e nel meridione, grazie anche alle correnti di libeccio e scirocco.
Il Nord potrebbe rimanere ai margini di questa ondata di aria calda, con un clima più fresco e a tratti instabile, ma comunque in un contesto di aumento termico.
Insomma aumentano considerevolmente le probabilità di assistere a un assaggio di primavera su buona parte d’Italia nel corso della prossima settimana, sebbene bisogna essere cauti in questa previsione in quanto la distanza temporale è ancora importante.
Le conseguenze di un caldo Inverno
A ogni modo la stranezza di avere un clima così mite in pieno gennaio non può passare inosservata. Tradizionalmente, questo mese è associato a giornate corte, notti fredde e maglioni pesanti, ma le previsioni meteo ci stanno mostrando un quadro completamente diverso. Questo cambiamento improvviso e significativo del tempo può essere attribuito a vari fattori, compresi i mutamenti climatici globali che possono influenzare la circolazione atmosferica, anche in modi ancora da decifrare.
Sebbene l’idea di godere di temperature primaverili a Gennaio inoltrato possa sembrare allettante, è importante anche considerare le possibili implicazioni di questi cambiamenti climatici.
Il clima mite in inverno, soprattutto se si protrae per periodi prolungati, può avere conseguenze molto gravi su vari settori. Un inverno mite può causare problemi all’agricoltura. Le colture e gli alberi da frutto possono essere confusi dalla mancanza di un inverno rigido, germogliando prematuramente e rischiando danni da gelate tardive. Questo può ridurre la resa delle colture e avere conseguenze economiche per gli agricoltori. Inoltre, un inverno mite può influenzare negativamente la disponibilità d’acqua. La mancanza di nevicate abbondanti può ridurre la quantità di acqua nei bacini idrici, causando problemi di approvvigionamento idrico durante l’estate.
Le temperature miti invernali possono anche influenzare la salute umana. Possono favorire la diffusione di malattie infettive, come l’influenza. Da un punto di vista ecologico, il clima mite può influenzare la fauna e la flora. Gli animali possono modificare il loro comportamento a causa delle temperature inusuali, e ciò può disturbare gli equilibri ecologici e influenzare la biodiversità.
Infine, il clima mite può avere impatti economici su settori come il turismo invernale, gli sport invernali e le attività legate alla stagione fredda. Ad esempio, se le stazioni sciistiche non possono aprire a causa della mancanza di neve, ciò può comportare gravi perdite finanziarie. Questa problematica sta già interessando molte aree delle Alpi e degli Appennini in questa prima parte di inverno, decisamente sotto tono per quanto concerne le nevicate.