L’ora legale è un argomento che periodicamente suscita discussioni e dibattiti in Italia e in Europa. Questo è il periodo in cui si torna a parlarne di più dato che ci avviciniamo al momento del cambio orario: a fine Marzo, precisamente Domenica 31, sposteremo infatti le lancette un’ora avanti accogliendo il ritorno dell’ora legale.
Istituita con l’obiettivo di risparmiare energia elettrica sfruttando meglio la luce solare nelle ore serali, l’ora legale prevede di spostare in avanti di un’ora le lancette degli orologi durante i mesi estivi. Tuttavia, negli ultimi anni si è intensificato il dibattito sull’effettiva utilità di questa misura e sulle sue possibili conseguenze negative sulla salute umana e sulle abitudini di vita delle persone. Il tema dell’ora legale, come sappiamo, è finito addirittura in Parlamento, e si è discusso ampiamente di una sua possibile abolizione. Ma ripercorriamo meglio le tappe e vediamo cosa potrebbe accadere in futuro.
Prospettive Europee e Italiane
Nel 2018, la Commissione Europea ha lanciato una consultazione pubblica per valutare l’opinione dei cittadini europei riguardo alla possibile abolizione dell’ora legale. La maggioranza dei partecipanti si è espressa a favore dell’eliminazione di questo cambio stagionale delle ore. A seguito di tale consultazione, la Commissione ha proposto di abolire l’ora legale a partire dal 2021, lasciando agli Stati membri la libertà di scegliere permanentemente l’ora legale o quella solare.
L’anno successivo al 2018, quindi nel 2019, il Parlamento europeo ha preso una posizione significativa riguardo all’ora legale, approvando con l’84% dei voti una risoluzione che mirava a porre fine al cambio orario stagionale per tutti i Paesi membri. Questa decisione rappresentava un passo importante verso l’abolizione dell’ora legale, riflettendo un crescente consenso sulla questione. Tuttavia, affinché la risoluzione diventasse effettiva, era necessaria l’approvazione del Consiglio europeo, il quale non si è espresso in merito. Il Consiglio europeo ha richiesto alla Commissione europea di valutare l’impatto di tale modifica, seguendo il testo approvato a Strasburgo che indica: “Gli Stati membri non applicano cambi stagionali alla loro ora normale o alle loro ore normali” a condizione che ciò non ostacoli “in modo significativo e permanente il corretto funzionamento del mercato interno”.
La risoluzione del Parlamento europeo prevedeva inizialmente che l’abolizione del cambio orario avvenisse nel 2021, lasciando la libertà ai singoli Stati membri di scegliere tra l’ora legale e quella solare. La decisione doveva essere comunicata alla Commissione entro il 1° aprile 2020, seguendo la procedura che prevedeva l’applicazione di un ultimo cambio stagionale dell’ora nel 2021, specificatamente alle ore 1.00 del mattino, tempo universale coordinato, della 27ª e ultima domenica di ottobre dello stesso anno.
Tuttavia, l’avvento della pandemia da Covid-19 nel 2020 ha avuto un impatto profondo su numerosi processi legislativi all’interno dell’Unione europea, inclusa la questione dell’ora legale. L’emergenza sanitaria ha prioritizzato altre questioni nell’agenda dell’UE, rallentando o sospendendo temporaneamente i lavori legislativi in corso. Di conseguenza, l’abolizione del cambio orario non è più stata al centro delle discussioni, portando a un’assenza di decisioni definitive riguardo alla direttiva del 2019 da parte del Consiglio europeo e dell’Eurocamera. Questo stallo ha lasciato i Paesi membri, inclusa l’Italia, senza una direzione chiara sull’abolizione del cambio dell’ora, mantenendo così in vigore il sistema attuale dell’ora legale.
Stato Attuale in Italia
Al momento, l’Italia segue ancora il sistema dell’ora legale, con il cambio delle ore che avviene l’ultima domenica di marzo e l’ultima domenica di ottobre. Nonostante le discussioni in corso a livello europeo e la risoluzione del Parlamento europeo del 2019, non ci sono state ancora decisioni definitive o leggi approvate che indichino un’abolizione imminente dell’ora legale in Italia.
Considerazioni e Dibattiti
Il dibattito sull’ora legale in Italia e in Europa si concentra su diversi aspetti. Da un lato, ci sono coloro che sostengono i benefici in termini di risparmio energetico e di maggior tempo a disposizione per le attività serali all’aperto. Dall’altro, ci sono critiche legate ai possibili effetti negativi sulla salute, come disturbi del sonno e dell’umore, nonché la questione se il risparmio energetico sia realmente significativo con le moderne abitudini di consumo.
Conclusioni
In conclusione, l’ora legale rimane al momento in vigore in Italia, ma il futuro di questa pratica è incerto. La decisione finale dipenderà dal dibattito in corso a livello nazionale e dalle decisioni che saranno prese a livello europeo. Sarà fondamentale considerare attentamente i pro e i contro, valutando non solo gli aspetti economici ed energetici, ma anche l’impatto sulla vita quotidiana e sulla salute dei cittadini.