Dopo una prima parte di novembre dominata dalla stabilità anticiclonica, il quadro meteorologico sull’Italia potrebbe subire un netto cambiamento già dall’inizio della prossima settimana. Le previsioni indicano infatti una probabile fase di maltempo, a seguito dell’afflusso di aria più fredda di origine artica che andrebbe a interagire con aria più calda e umida in sede mediterranea, generando una circolazione depressionaria proprio nei pressi dell’Italia.
In particolare, il modello meteorologico ECMWF propone uno scenario piuttosto preoccupante: tra il 12 (martedì) e il 14/15 novembre si potrebbe formare un profondo e ben strutturato vortice ciclonico a ridosso dell’Italia, che causerebbe un’ondata di maltempo potenzialmente pericolosa.
Tale configurazione potrebbe generare piogge insistenti e temporali intensi, soprattutto sulle regioni tirreniche, che rischiano di subire precipitazioni abbondanti e persistenti. In caso di un movimento lento del vortice, queste aree potrebbero trovarsi esposte a elevati apporti di pioggia per più giorni, con il rischio di criticità idrogeologiche, come allagamenti e frane, specialmente nelle zone già colpite da recenti eventi piovosi. Assieme alle piogge avremmo anche venti sostenuti con possibili mareggiate al centro-sud ed un calo delle temperature, più marcato sulle regioni centro-settentrionali.
Un aspetto importante da tenere in considerazione è la notevole incertezza che ancora avvolge questa previsione. Non tutti i modelli meteorologici, infatti, concordano sullo stesso scenario: mentre l’ECMWF suggerisce – come abbiamo appena visto – un possibile episodio di maltempo duraturo e particolarmente intenso, altri modelli, come il GFS, prospettano una dinamica più rapida, in cui il vortice ciclonico si allontanerebbe velocemente dall’Italia, lasciando meno spazio a piogge insistenti e riducendo così il rischio di fenomeni intensi, seppur da non escludere completamente.
In questo contesto, l’evoluzione precisa del vortice sarà fondamentale per comprendere le potenziali conseguenze. Se il ciclone dovesse approfondirsi e stazionare vicino alla penisola, la probabilità di fenomeni estremi aumenterebbe sensibilmente, ma un’eventuale deviazione potrebbe ridurre l’impatto, limitando il maltempo a una fase transitoria. La situazione nelle prossime 24-48 ore sarà cruciale per definire meglio le caratteristiche e l’intensità di questa fase perturbata.
L’importanza di seguire gli aggiornamenti meteorologici è massima: solo con l’avvicinarsi della data si potranno avere dettagli più chiari su quali zone potrebbero essere maggiormente coinvolte e su eventuali allerta per nubifragi. In particolare, l’attenzione resta alta sulle regioni del versante tirrenico, che sembrano ad ora le zone più esposte e vulnerabili.