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Disastro ambientale nel Mar Nero: petroliera russa si spezza in due, greggio riversato in mare

16 Dicembre 2024, ore 13:04
petrolieria mar nero

Un disastro ambientale di vaste proporzioni sta colpendo il Mar Nero, dove la petroliera russa Volgoneft-212 è stata squarciata da una violenta tempesta nello stretto di Kerch, tra la Crimea occupata e la Russia. L’incidente ha provocato la fuoriuscita di oltre 4.000 tonnellate di olio combustibile nelle acque del Mar Nero, generando una catastrofe ecologica le cui conseguenze saranno difficili da calcolare.

La situazione a bordo della Volgoneft-212 si è rivelata subito tragica: al momento si contano due vittime accertate e diversi feriti tra i 13 membri dell’equipaggio. Le cause del naufragio sono da attribuire alle proibitive condizioni meteorologiche, che hanno provocato onde altissime. In uno dei video che stanno circolando online, si vede chiaramente la prua della nave emergere verticalmente dall’acqua mentre il resto dell’imbarcazione affonda lentamente nel Mar Nero.

L’incidente non si limita a questa sola imbarcazione. Una seconda petroliera, la Volgoneft-239, è stata gravemente danneggiata dalla tempesta e attualmente si trova alla deriva. Complessivamente, le due petroliere trasportavano circa 9.000 tonnellate di mazut, un combustibile di bassa qualità derivato dal petrolio. La fuoriuscita di questa sostanza, altamente inquinante, rappresenta una minaccia devastante per l’ecosistema marino e per la fauna locale, già vulnerabile a causa della crescente pressione antropica e delle attività industriali nella regione.

Le autorità russe hanno attivato le operazioni di soccorso, ma il lavoro risulta particolarmente complicato a causa delle condizioni meteo ancora proibitive. Le squadre stanno cercando di contenere la deriva della Volgoneft-239 e di salvare eventuali superstiti, ma l’attenzione è rivolta anche alla marea nera che si sta diffondendo rapidamente. La fuoriuscita di olio combustibile minaccia di contaminare centinaia di chilometri di costa e di compromettere gravemente la biodiversità del Mar Nero.

Gli esperti temono ripercussioni devastanti a lungo termine: l’olio combustibile e il mazut sono noti per la loro persistenza nell’ambiente e per gli effetti tossici sulla vita marina. Uccelli, pesci e altre specie acquatiche rischiano la morte per ingestione o per contaminazione delle loro fonti di cibo, mentre gli habitat costieri saranno compromessi per anni.