Il passaggio del ciclone Chido sull’arcipelago di Mayotte, territorio francese d’oltremare nell’Oceano Indiano, ha lasciato dietro di sé una scia di distruzione e un bilancio umano che appare sempre più grave con il trascorrere delle ore. Mercoledì le autorità locali hanno confermato 31 vittime, ma secondo le dichiarazioni del prefetto, il numero reale potrebbe essere di centinaia, se non superiore a mille, rendendo questa tragedia una delle più devastanti della storia recente per lo stato.
Mayotte, il territorio francese d’oltremare più povero, ospita una vasta popolazione di migranti, molti dei quali vivono in condizioni precarie. Le baraccopoli, costruite in materiali fragili, sono state rase al suolo dalla furia del ciclone, aumentando il numero delle vittime e rendendo difficile raggiungere molte aree. Questa situazione complica ulteriormente il lavoro dei soccorritori e dei funzionari locali, che stanno cercando di valutare l’entità del disastro.
Nel tentativo di rispondere alla crisi, sono state avviate massicce operazioni di soccorso. Entro mercoledì sera, si prevede la distribuzione di oltre 120 tonnellate di cibo, grazie a un ponte aereo tra Mayotte e l’Isola della Riunione, un altro territorio francese nell’Oceano Indiano.
Oltre alle vittime accertate, le autorità di Mayotte hanno registrato almeno 1.373 feriti lievi, mentre il numero di coloro che hanno subito danni più gravi resta da verificare. Un conteggio completo delle vittime e dei feriti richiederà tempo, vista la complessità delle operazioni di soccorso in corso e le difficoltà di accesso alle aree più colpite.
Chido non si è fermato a Mayotte. Il ciclone ha colpito anche il Mozambico, sulla costa Africana che affaccia sull’Oceano Indiano, causando almeno 45 vittime e oltre 500 feriti, secondo un rapporto diffuso dall’Istituto nazionale per la gestione dei rischi e dei disastri del Paese.