Un’importante scoperta scientifica ha portato alla luce un’eruzione finora sconosciuta avvenuta ai Campi Flegrei circa 109mila anni fa, classificata come una delle più potenti mai rilevate in quest’area vulcanica. La ricerca, condotta da un team italiano composto dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), l’Istituto di Geologia Ambientale e Geoingegneria del CNR, l’Università Sapienza di Roma e l’Università di Bari Aldo Moro, ha permesso di ricostruire questo evento grazie alle ceneri vulcaniche depositate su un’area vastissima, che si estende dall’Italia centrale fino alla Grecia.
Lo studio, pubblicato sulla rivista Communications Earth and Environment, permette di comprendere meglio la pericolosità associata ai Campi Flegrei, un sistema vulcanico attivo noto per la sua complessità e per il rischio che rappresenta per le aree densamente popolate della Campania. La ricerca è stata guidata da Giada Fernandez (Sapienza e CNR-Igag) e si è basata sull’analisi delle ceneri depositate a grande distanza, poiché nei Campi Flegrei i materiali più antichi risultano sepolti in profondità e quindi inaccessibili.
Secondo gli studiosi, le ceneri prodotte dalle grandi eruzioni, una volta depositate in aree remote rispetto al vulcano, offrono un’opportunità unica per ricostruire la storia eruttiva nel lungo periodo. Biagio Giaccio (CNR-Igag), co-autore dello studio, ha spiegato che le ceneri vulcaniche, come impronte digitali, possono essere analizzate per identificare l’origine dell’eruzione e, in alcuni casi, persino ricondurle a un singolo evento specifico.
L’eruzione identificata, denominata ‘Eruzione di Maddaloni’, ha raggiunto una magnitudo di 7.6, appena inferiore alla celebre Ignimbrite Campana, avvenuta circa 40mila anni fa e considerata la più potente eruzione dei Campi Flegrei nonché la più intensa registrata in Europa negli ultimi 200mila anni.
Questa scoperta conferma ulteriormente l’importanza di continuare a studiare i Campi Flegrei, un’area che ancora oggi presenta segnali di attività e che necessita di un costante monitoraggio per valutare possibili scenari futuri di rischio vulcanico.