L’uragano Melissa è ormai un mostro atmosferico. Nelle ultime ore è stato ufficialmente classificato come uragano di categoria 5, il livello massimo sulla scala Saffir-Simpson, con venti che raggiungono i 250/260 km/h (160 mph) e una pressione crollata a 917 millibar. Si tratta di un sistema di potenza eccezionale, che minaccia di colpire la Giamaica entro le prossime 24 ore, scatenando un’ondata di distruzione di proporzioni potenzialmente storiche.
Secondo il National Hurricane Center (NHC), Melissa si sta muovendo lentamente verso ovest-nordovest, un fattore che desta forte preoccupazione: la bassa velocità di spostamento potrebbe infatti amplificare gli effetti disastrosi su terraferma, con piogge torrenziali, frane e inondazioni prolungate. I meteorologi parlano già di “condizioni estreme” e di “un rischio senza precedenti” per diverse zone dei Caraibi.

Ad Haiti e nella Repubblica Dominicana si registrano già almeno quattro vittime, travolte da smottamenti e alluvioni causate dalle bande temporalesche esterne del sistema. Numerose comunità risultano isolate e le autorità hanno disposto l’evacuazione obbligatoria delle aree costiere e montane più vulnerabili.
Il governo giamaicano ha emanato l’allerta rossa su tutto il territorio, invitando la popolazione a mettersi al riparo immediatamente e a seguire le indicazioni della Protezione Civile. Le scuole e gli uffici pubblici sono stati chiusi, mentre i voli da e per l’isola risultano sospesi.
Le prossime ore saranno decisive: la speranza è che l’uragano subisca un indebolimento prima di toccare terra. Ma i modelli, al momento, non lasciano spazio all’ottimismo.