L’uragano Melissa ha raggiunto nella notte (circa le 4 ora italiana) le coste di Cuba, dopo aver devastato la Giamaica con una forza raramente vista nella storia recente dei Caraibi. Quando ha toccato terra sull’isola giamaicana, Melissa si presentava come un mostruoso uragano di categoria 5, con venti attorno ai 300 km/h, diventando uno dei cicloni più potenti mai registrati nel Paese.
Nelle ultime ore la tempesta ha parzialmente perso forza, venendo declassata prima a categoria 4, poi a categoria 3, prima di impattare appunto sull’Isola di Cuba, con venti comunque vicini ai 200 km/h.
Disastro in Giamaica: gravi danni, blackout e allagamenti
Il passaggio di Melissa ha lasciato dietro di sé uno scenario di devastazione. Almeno 530 mila persone sono rimaste senza elettricità, mentre le linee telefoniche e le comunicazioni risultano interrotte in gran parte del territorio. Le autorità locali parlano di sette vittime accertate fra le varie isole coinvolte, ma il bilancio è ancora assolutamente provvisorio: i blackout diffusi e l’impossibilità di raggiungere molte aree rurali rendono le operazioni di soccorso estremamente difficili.
Tra i danni più gravi, si segnala lo scoperchiamento dell’ospedale di Black River, nella parrocchia di St. Elizabeth. I pazienti erano stati spostati ai piani alti poco prima del crollo del tetto, nel tentativo di metterli in salvo dalle inondazioni.
Le zone più colpite si trovano nel sud dell’isola, in particolare le parrocchie di Clarendon e St. Elizabeth, dove, secondo quanto riferito da Desmond McKenzie, vice presidente del Consiglio giamaicano per la gestione dei rischi di catastrofi, “gran parte del territorio è stato letteralmente sommerso dall’acqua”.
Mentre i soccorsi in Giamaica cercano di fronteggiare l’emergenza, l’uragano continua a muoversi verso nord-est, minacciando soprattutto l’area orientale di Cuba e le Bahamas. Cuba ha dichiarato lo “stato di allerta” in sei province orientali del Paese.
Melissa, pur in leggero indebolimento, resta una tempesta estremamente pericolosa, capace di provocare mareggiate violente, piogge torrenziali e frane. Le prossime 24 ore saranno decisive per comprendere meglio la portata dei danni causati dal suo passaggio.