È di almeno 20 morti e oltre 320 feriti il bilancio provvisorio del forte terremoto di magnitudo 6.3 che ha colpito l’Afghanistan nella serata di ieri. A confermare i dati è stato il Ministero della Salute afghano, precisando che il numero delle vittime potrebbe aumentare ulteriormente nelle prossime ore, poiché diverse aree rurali colpite risultano difficili da raggiungere e le notizie sono ancora parziali.
Il sisma si è verificato alle 21:29 italiane (00:58 locali), con ipocentro a 10 chilometri di profondità e epicentro situato circa 35 chilometri da Khulm, nei pressi della città di Mazar-e-Sharif, nel nord del Paese, secondo quanto riportato dall’U.S. Geological Survey (USGS).

La forte scossa, durata diversi secondi, ha provocato il crollo di numerose abitazioni e danni diffusi a edifici storici e infrastrutture pubbliche. L’agenzia AFP ha confermato quattro vittime nella provincia di Balkh, dove si trova la capitale regionale Mazar-i-Sharif. Il portavoce del Dipartimento della Sanità afghana, Kamal Khan Zadran, ha reso noto che oltre un centinaio di feriti sono stati ricoverati nell’ospedale provinciale, molti però già dimessi dopo aver ricevuto le cure.
La scossa ha inoltre causato interruzioni della corrente elettrica in varie aree settentrionali, aggravando ulteriormente la situazione dei soccorsi. Tra i danni più rilevanti figura anche la Moschea Blu di Mazar-i-Sharif, uno dei luoghi di culto più importanti del Paese, che ha subito lesioni strutturali.
Le autorità locali e le organizzazioni umanitarie sono al lavoro per raggiungere le comunità più colpite, ma i collegamenti difficili e le scarse comunicazioni stanno ostacolando l’aggiornamento dei dati. Si teme che, con l’arrivo di nuove informazioni dalle zone montuose più remote, il bilancio delle vittime possa aggravarsi sensibilmente nelle prossime ore.