SSTA – Anomalie di temperatura superficiale attuale delle acque del globo
SST (Sea Surface Temperature) : Da considerarsi un indice predittivo, ovvero utile per l’elaborazione di una previsione/tendenza anche a lungo termine. Le SST rappresentano le temperature superficiali degli Oceani dove ricordiamo avviene il più grande scambio di energia con la Terra. Le temperature delle acque sono in grado di “manovrare” le principali figure bariche che dominano la scena, a seconda dell’anomalia termica persistente nei diversi settori chiave dei nostri Oceani. Per la nostra Penisola particolare importanza assumono le anomalie termiche delle acque del Nord Atlantico, soprattutto in corrispondenza dell’Isola di Terranova, ad est del Canada.
El Nino : rappresenta il riscaldamento delle acque superficiali dell’oceano Pacifico centro orientale, a ridosso dell’equatore (a largo del Perù)
La Nina : rappresenta il raffreddamento delle acque superficiali dello stesso settore dell’oceano Pacifico.
Entrambi sono fenomeni ciclici dalla durata di 16/18 mesi (a volte possono durare anche diversi anni) e si alternano comportando importanti variazioni climatiche su gran parte del globo terrestre.
Quando si verifica un episodio di “El Nino” otteniamo un riscaldamento dell’oceano Pacifico centro-orientale ed un lieve raffreddamento del Pacifico occidentale (a ridosso dell’Oceania e del sud-est asiatico). Questa situazione (alla cui origine c’è un affievolimento degli Alisei) permette lo spostamento delle basse pressioni e del maltempo sull’America meridionale ed un anomalo periodo secco per i settori occidentali del Pacifico (dove solitamente troviamo tempeste e spiccata instabilità). Insomma questa variazione di temperatura del mare mette un freno a mano alla formazione dei cicloni tropicali (i quali non trovano più un ambiente ideale per la loro formazione e hanno notevoli difficoltà nel raggiungere piena maturazione). La stessa situazione, grazie a particolari movimenti d’aria che si innescano nell’atmosfera, si rispecchia anche nell’oceano Atlantico (i settori più occidentali dell’oceano diventano più freddi, quelli centro-orientali invece saranno più caldi) : dunque nei periodi condizionati da El Nino gli uragani hanno forti difficoltà nel formarsi e per diverse settimane, anche nel cuore dell’Autunno, non riescono nemmeno ad affacciarsi sul mar dei Caraibi in quanto non ci sono le temperature marine idonee.
Quando si verifica un episodio di “La Nina” otteniamo una situazione totalmente opposta grazie ad una repentina intensificazione degli Alisei : il Pacifico centro-orientale si raffredda più del solito, mentre quello occidentale si riscalda notevolmente (più di quanto dovrebbe esserlo in condizioni normali). Ciò permette al’acqua di riscaldarsi e accumularsi sul Pacifico occidentale, così tanto da raggiungere temperature marine anche superiori ai 30°C. Insomma terreno fertile per perturbazioni e cicloni tropicali. Questa stessa situazione si rispecchia anche nell’Atlantico e permette ai cicloni tropicali di intensificarsi e maturare molto più facilmente del solito in quanto avrebbero tantissima energia da cui attingere nei settori occidentali dell’oceano (a largo dell’America meridionale, nel mar dei Caraibi e nel golfo del Messico).